
Nella relazione della curatrice si evidenzia che "l’attuale atteggiamento dei genitori risulti mutato in senso positivo" e che entrambi "hanno manifestato la volontà di aderire alle prescrizioni mediche indicate", così come un cambio di rotta sull’istruzione parentale che "merita di essere sostenuto"
Il provvedimento della Corte d’appello dell’Aquila non chiude la vicenda della cosiddetta “famiglia nel bosco” di Palmoli. Anzi ne rappresenta solo una tappa per un percorso che potrebbe portare al lieto fine che molti aspettano. Il procedimento, infatti, prosegue davanti al Tribunale per i Minorenni, dove si è già svolta un’udienza in contraddittorio tra le […]
Il provvedimento della Corte d’appello dell’Aquila non chiude la vicenda della cosiddetta “famiglia nel bosco” di Palmoli. Anzi ne rappresenta solo una tappa per un percorso che potrebbe portare al lieto fine che molti aspettano. Il procedimento, infatti, prosegue davanti al Tribunale per i Minorenni, dove si è già svolta un’udienza in contraddittorio tra le parti e dove genitori, legali e istituzioni continueranno a far valere le rispettive posizioni.
A chiarirlo è l’avvocato Carla Lettere, presidente della Camera minorile d’Abruzzo, che all’Ansa sottolinea come la decisione con cui la Corte d’Appello ha respinto il reclamo dei legali dei genitori — ai quali è stata sospesa temporaneamente la responsabilità genitoriale sui tre figli — non abbia carattere definitivo. Il pronunciamento, spiega Lettere, riguarda la legittimità dell’ordinanza nel momento in cui è stata emessa, ma non esaurisce il percorso giudiziario in corso.
Nel procedimento minorile, evidenzia l’avvocato, il tribunale attende dai genitori una modifica delle condotte ritenute pregiudizievoli e chiede azioni positive nell’interesse dei minori, mettendo al tempo stesso a disposizione il supporto dei servizi sociali. L’obiettivo è la costruzione di una progettualità complessiva che coinvolga l’intero nucleo familiare. Un percorso che deve sempre essere guidato dal principio del “best interest” del minore, inteso — secondo la giurisprudenza — come il migliore interesse possibile per quel bambino in quel preciso momento.
Progressi ne sono stati fatti, come spiega la curatrice al Corriere della Sera che descrive i tre fratelli di 6 e 8 anni come “fantastici, educati, rispettosi”. Un quadro in cui si deve sottolineare anche la presenza di difficoltà che non possono essere ignorate: “Quando la più grande di otto anni ha difficoltà a scrivere correttamente il suo nome e cognome, non si può soprassedere”. La curatrice parla di maggiore apertura e disponibilità al confronto con le istituzioni, elementi che potrebbero pesare nelle future valutazioni giudiziarie.
Nella sua relazione si evidenzia che “l’attuale atteggiamento dei genitori risulti mutato in senso positivo” e che entrambi “hanno manifestato la volontà di aderire alle prescrizioni mediche indicate”, così come un cambio di rotta sull’istruzione parentale che “merita di essere sostenuto”.
La decisione dei giudici ha colpito duramente Palmoli. Nel piccolo paese abruzzese la notizia ha suscitato delusione e sconforto. Al bar del centro, il sentimento è diffuso: “Ci siamo rimasti male. Speravamo tutti che per Natale i bambini potessero tornare” dichiarano. Il sindaco di Palmoli, Giuseppe Masciulli, ammette che non c’erano molte aspettative sull’esito del reclamo, ma sottolinea come lo stesso provvedimento dei giudici aquilani prenda atto dei miglioramenti intervenuti nel tempo. Un passaggio che, secondo Masciulli, rimanda ora al Tribunale per i Minorenni la valutazione di criticità che appaiono in fase di superamento.
I genitori hanno mostrato una maggiore apertura: hanno autorizzato vaccinazioni, visite sanitarie e accettato il sostegno all’istruzione proposto dal Comune. Un cambiamento che, pur non incidendo sull’esito del giudizio d’appello, è stato formalmente riconosciuto. Proprio sul fronte educativo, l’amministrazione comunale di Palmoli — piccolo centro dell’entroterra chietino — ha messo a punto un progetto specifico per i tre bambini, in collaborazione con una maestra del territorio. Il piano prevede lezioni domiciliari al mattino e la frequenza di un doposcuola con altri coetanei nel pomeriggio, in un’ottica di graduale integrazione e continuità didattica.
Pur non avendo accesso al fascicolo elettronico del Tribunale per i Minorenni, Masciulli riferisce di aver contattato avvocati, tutrice e curatrice nominate dal giudice, ricevendo da tutti conferma dei passi avanti compiuti. La tutrice ha già avviato un confronto con il Comune proprio in merito al progetto educativo. Le lezioni domiciliari e il doposcuola, precisa il sindaco, fanno parte di un unico percorso che verrà condiviso formalmente con la tutrice e la curatrice del Tribunale non appena sarà emessa l’ordinanza dei giudici minorili. Un tassello ulteriore in una vicenda che resta aperta e che ora torna al centro della valutazione del Tribunale per i Minorenni, chiamato a decidere guardando all’interesse dei bambini nel loro presente.