
Le tensioni tra Pechino e Tokyo in campo internazionale si ripercuotono sull'accordo secondo il quale i due Paesi si prestano esemplari provenienti dagli zoo
Alla fine di questo 2025, secondo l’annuale classifica della rivista Forbes, la prima ministra Takaichi Sanae conquista il terzo posto tra le 100 donne più potenti del mondo. Prima si lei solo Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, e Christine Lagarde presidente della Banca Centrale Europea. La prima ministra italiana Giorgia Meloni si […]
Alla fine di questo 2025, secondo l’annuale classifica della rivista Forbes, la prima ministra Takaichi Sanae conquista il terzo posto tra le 100 donne più potenti del mondo. Prima si lei solo Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, e Christine Lagarde presidente della Banca Centrale Europea. La prima ministra italiana Giorgia Meloni si è classificata al quarto posto. Quasi “sorelle di potere”, così come di posizioni politiche, le due prime ministre di Giappone e Italia. Questa settimana ad esempio, durante le riunioni del Consiglio per la parità di genere in cui concludere il testo che consente alle donne di mantenere il proprio cognome anche dopo il matrimonio, è stata improvvisamente inserita una nuova formulazione alla bozza dell’Ufficio di Gabinetto, senza alcuna previa discussione. In pratica Takaichi e il suo governo hanno cambiato il testo originale mettendo per iscritto che “i cognomi prematrimoniali potranno essere usati nei luoghi di lavoro e in altri contesti professionali. Tuttavia, il cognome legale delle donne continuerà a cambiare dopo il matrimonio, in favore di quello dei mariti”.
Al che sono state sollevate obiezioni da parte dei membri del consiglio, e la presentazione delle raccomandazioni della commissione alla premier Takaichi è stata frettolosamente rinviata. Ma è sul piano del riarmo del Paese – permettere al Giappone, che ha alcune delle restrizioni più severe al mondo in materia di esportazione di armi, di venderle a paesi terzi già dalla prossima primavera – che si evidenziano i cambiamenti più netti dell’era Takaichi. Anche per quanto riguarda l’ambiente questo governo non sta adottando azioni specifiche per contrastare il cambiamento climatico, e che dire delle nuove regole per gli stranieri residenti a cui viene alzato il costo del rinnovo del permesso di soggiorno che passerà dagli attuali 4.000-6.000 yen, a 30.000-40.000 yen, mentre quelle di residenza permanente a oltre 100.000 yen entro il 2027 circa. Queste sono solo alcune delle linee del governo, tutti segni a indicare che alcune fondamenta della democrazia nipponica stanno forse cominciando a vacillare.
La disputa e i malumori con la Cina, scatenati dai commenti della prima ministra sul possibile ruolo attivo del Giappone in caso di invasione cinese su Taiwan, hanno contribuito al netto calo di turisti provenienti dalla “Terra di Mezzo”, -20% rispetto al mese precedente. Ma ciò non ha frenato il dato generale del turismo: nel mese di novembre si è registrato comunque un 10% in più rispetto all’anno precedente. Mercoledì la prima ministra ha ribadito che intende dialogare con Xi Jinping; “La comunicazione è importante proprio perché ci sono questioni e sfide in sospeso, noi rimaniamo sempre aperti al dialogo con la Cina”. Incredibile ma del tutto vero, il contenzioso con la Cina sta coinvolgendo anche il “progetto di ricerca congiunto per la conservazione della specie” grazie al quale dal 1994 la Cina concede al Giappone dei panda, con più di 30 portati o nati negli zoo nipponici. All’inizio della settimana allo zoo di Ueno – quartiere Taito di Tokyo – è stato annunciato che i suoi panda giganti gemelli, Xiao Xiao e Lei Lei, lasceranno presto il Giappone. Si tratta di due esemplari nati in cattività nel 2021, figli di Ri Ri e Shin Shin, tornati in Cina nel settembre dello scorso anno, mentre la loro sorella maggiore, Xiang Xiang, è stata restituita nel febbraio 2023.
I numerosi fan se l’aspettavano perché i panda, sebbene nati allo zoo di Ueno, sono figli di una coppia prestata e, in base all’accordo, tutti i cuccioli nati dal progetto devono prima o poi essere trasferiti in Cina. La notizia è arrivata tuttavia senza il necessario preavviso e soprattutto, date le attuali tensioni tra i due Paesi, non è chiaro se la richiesta del governo metropolitano di Tokyo per due nuovi panda verrà approvata da Pechino. Il risultato è che lo zoo non riesce più ad accogliere tutte le richieste di visite per salutare la coppia, e a gestire la folla di fan. Sono tantissimi i genitori, bambini e bambine, e le giovani coppie intenzionati a salutare Xiao Xiao e Lei Lei, che lasceranno il Giappone alla fine di gennaio. Mercoledì scorso la struttura ha dovuto interrompere l’accesso 45 minuti dopo l’inizio dell’orario di visita. Il tempo massimo di attesa era già di cinque ore per riuscire a salutare Xiao Xiao e di quattro ore e mezza per Lei Lei, ha dichiarato uno dei portavoce dello zoo.