
I medici e gli infermieri del Civico hanno mantenuto in vita Giada fino all’intervento con l’Ecmo. La ragazza è ora stabile, senza danni cerebrali, e trasferita in Cardiologia
Il cuore di Giada, 19 anni, ha continuato a battere per 107 minuti grazie al massaggio cardiaco praticato senza sosta dai medici e dagli infermieri del pronto soccorso dell’ospedale Civico di Palermo. Sono stati 107 minuti di resistenza, concentrazione e dedizione assoluta, fino al momento in cui la giovane è stata collegata all’Ecmo, il macchinario […]
Il cuore di Giada, 19 anni, ha continuato a battere per 107 minuti grazie al massaggio cardiaco praticato senza sosta dai medici e dagli infermieri del pronto soccorso dell’ospedale Civico di Palermo. Sono stati 107 minuti di resistenza, concentrazione e dedizione assoluta, fino al momento in cui la giovane è stata collegata all’Ecmo, il macchinario che ossigena il sangue e lo pompa nel corpo, dando tempo ai medici di trattare la causa dell’arresto cardiaco. È accaduto nella notte tra il 26 e il 27 novembre, e oggi la notizia arriva con la certezza che Giada è viva, senza danni cerebrali e già trasferita dal reparto di Terapia intensiva alla Cardiologia.
La giovane aveva contratto un virus influenzale durante una vacanza in Lapponia, che ha portato a una miocardite fulminante: un quadro critico e raro che l’aveva esposta a un rischio di morte immediato. Grazie alla prontezza del personale del Civico, che dispone dell’unico pronto soccorso in città dotato di Ecmo, la ragazza è stata stabilizzata e messa nelle condizioni di ricevere tutte le cure necessarie. L’Ismett, pur avendo un macchinario simile, non dispone infatti di pronto soccorso.
“Volevo ringraziare tutti quelli che hanno curato e assistito mia figlia – racconta il padre di Giada –. Sono stati scrupolosi e competenti, tutti si sono presi a cuore Giada. Il pronto soccorso e la rianimazione del Civico si sono dimostrati due reparti d’eccellenza. Siamo ottimisti di poter riavere nostra figlia a casa per le feste”. Durante quella notte, medici e infermieri si sono alternati senza sosta, praticando il massaggio cardiaco e monitorando ogni minimo segno di ripresa. Quando Giada è stata finalmente collegata all’Ecmo, i familiari hanno ricevuto un messaggio chiaro: “Abbiamo fatto tutto e il resto non dipendeva più da noi. Abbiamo messo in campo tutte le competenze e tutti gli strumenti disponibili. Il resto va oltre”.
In segno di affetto, i tre reparti che hanno lavorato insieme – Rianimazione, Cardiochirurgia e Chirurgia Vascolare – hanno regalato a Giada un grande peluche. Sulla fasciatura della gamba hanno lasciato un messaggio: “Con affetto dalla squadra migliore. Ti vogliamo bene. Marco, Dario, Maurizio, Laura, Antonella e Maria. Per Giadina”. I familiari, profondamente riconoscenti, hanno ringraziato così: “Le parole si perdono e non bastano a esprimere la gratitudine che riempie il nostro cuore. Grazie per aver donato a Giada non solo cure, ma un amore infinito che ha trasformato il suo piccolo mondo in un luogo di speranza. Vivremo per sempre con la consapevolezza che grazie a voi il suo sorriso era più forte di qualsiasi dolore”. Ora Giada si prepara a lasciare il reparto sub-intensivo per passare in corsia.