
V8 biturbo da 640 cavalli, tecnologia raffinata e un equilibrio riuscito tra comfort quotidiano e guida sportiva
Osservando le linee della Ferrari Amalfi, basta un secondo per capire che si tratta di un’evoluzione della Roma e per chiedersi se il cambio di nome sia giustificato. Nel trovare la risposta viene in aiuto la scheda tecnica dell’auto, che racconta come le due vetture abbiano solo il 40% dei componenti in comune. A livello […]
Osservando le linee della Ferrari Amalfi, basta un secondo per capire che si tratta di un’evoluzione della Roma e per chiedersi se il cambio di nome sia giustificato. Nel trovare la risposta viene in aiuto la scheda tecnica dell’auto, che racconta come le due vetture abbiano solo il 40% dei componenti in comune. A livello stilistico, invece, entra in gioco il gusto personale ma è innegabile che la Roma sia più classica e aggressiva, mentre la Amalfi abbini l’eleganza a un tocco di minimalismo.
Concluse le disamine estetiche e filosofiche bisogna ricordare che la Roma rimane in produzione in versione Spider, visto che quest’ultima è in vendita solo da un paio d’anni. La Roma, invece, era sul mercato dal 2019 e in tutto questo tempo ha svolto egregiamente il ruolo di entry-level della gamma Ferrari. Anche la Amalfi avrà questo compito, anche se parlare di “modello di accesso” riguardo a un’auto che costa non meno di 240.000 euro, potrebbe far sorgere qualche dubbio.
Ad ogni modo, la nuova Ferrari mantiene il 3.9 V8 bi-turbo che ben conosciamo e che è stato affinato per erogare 640 CV e 760 Nm. I primi si trovano a 7.500 giri, mentre la coppia è costante da 3.000 a 5.750 giri. L’erogazione che deriva da questi numeri è ai limiti della perfezione: la risposta è pronta fin dalla prima apertura del gas e non cala mai anche in prossimità del limitatore che si trova a 7.600 giri. In pratica, se si affonda il gas quando la lancetta del contagiri si trova tra il due e il tre, la Amalfi balza subito in avanti, iniziando una progressione che si interrompe solo, per una frazione di secondo, quando si inserisce la marcia successiva. Per gli amanti dei riferimenti classici, l’accelerazione da 0 a 100 km/h viene completata in 3,3 secondi e la velocità massima arriva a 320 km/h.
Ma i numeri non sono sufficienti per raccontare cosa si prova a bordo della Amalfi, che prende il concetto di granturismo e lo condisce con parecchio lusso. A proposito di condimenti, l’elemento chiave di questa ricetta è il modo in cui la potenza viene messa a disposizione del pilota. È qui che entra in gioco l’equilibrio tra meccanica ed elettronica, due mondi che evolvono a ritmi diversi: progressivo e costante il primo, rapido e sempre più sofisticato il secondo. A Maranello, i tecnici del Cavallino Rampante sono riusciti a farli dialogare al meglio, con l’obiettivo di rendere le prestazioni accessibili senza snaturarne il carattere. Il risultato è una supercar che riesce a coniugare facilità di guida e dinamica di altissimo livello, un traguardo tutt’altro che scontato. La Amalfi si muove con disinvoltura nel traffico urbano, offrendo comfort e fluidità, ma sa trasformarsi in un’auto precisa e aggressiva quando il ritmo aumenta e la strada si fa tortuosa. Questo equilibrio nasce da una messa a punto estremamente accurata e dal lavoro continuo dei sistemi elettronici.
Quello che risalta di più è l’impianto frenante con tecnologia brake-by-wire, che garantisce un pedale sensibile, dalla corsa corta e dallo sforzo ben calibrato. Il cambio a doppia frizione a otto rapporti, poi, assicura innesti rapidi e impeccabili, mentre lo sterzo è diretto e preciso, però è anche molto filtrato e trasmette pochissime informazioni su quello che stanno facendo le ruote anteriori. Il carattere della Amalfi varia sensibilmente in base alla posizione del Manettino: passando da Wet a Comfort e da Sport a Race, la risposta diventa sempre più affilata e l’elettronica concede maggiore libertà, fino alla modalità più estrema, pensata esclusivamente per l’uso in pista e riservata a guidatori esperti.
Ad ogni modo la Amalfi non nasce per inseguire il cronometro tra i cordoli, ma per fondere comfort, stile e performance ai massimi livelli. Lo dimostrano dotazioni come il nuovo impianto audio Burmester da 1.200 W con 14 diffusori, i sedili sportivi riscaldabili, ventilati e dotati di funzione massaggio, e il sistema di bordo con tre schermi digitali, uno dei quali dedicato al passeggero. Sul volante tornano anche i comandi fisici tradizionali, scelti per consentire un utilizzo più intuitivo rispetto ai precedenti controlli touch. Una Ferrari capace di offrire il comfort di una granturismo di lusso e, in un attimo, di trasformarsi in una supercar pura, pronta a regalare emozioni e prestazioni di altissimo livello.