
L'appello della presidente Ue è arrivato dopo i proclami dei servizi segreti inglesi, della Nato, degli Stati Uniti. Gli Usa lanciano l'allarme sulle infrastrutture critiche e Trump nomina il capo del Cyber command. Ma gli attacchi informatici e le attività di disinformazione sono note da tempo. E di solito si compiono nel silenzio
Ursula von der Leyen mette in guardia gli europei: prepararsi alla guerra ibrida, un mix di attacchi informatici, sabotaggi alle infrastrutture critiche, disinformazione, droni per violare i confini. Ma il monito è arrivato a tempo scaduto. Secondo molti esperti il conflitto è in corso da almeno 15 anni tra Russia, Cina, Usa e Gran Bretagna. […]
Ursula von der Leyen mette in guardia gli europei: prepararsi alla guerra ibrida, un mix di attacchi informatici, sabotaggi alle infrastrutture critiche, disinformazione, droni per violare i confini. Ma il monito è arrivato a tempo scaduto. Secondo molti esperti il conflitto è in corso da almeno 15 anni tra Russia, Cina, Usa e Gran Bretagna. Si fa ma non si dice: è la regola non scritta, infranta dall’Occidente che la proclama a giorni alterni. Certo la guerra in Ucraina ha sostenuto l’escalation, ma nelle ultime settimane la retorica bellicista si è inasprita. A dare il là, il 1 dicembre sulle pagine del Financial Times, è l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone: contro la guerra ibrida di Mosca non si escludono “attacchi preventivi”, ha annunciato il presidente del Comitato militare Nato.
Il 15 dicembre, anche il capo dei servizi segreti inglesi ha dichiarato guerra, ibrida s’intende, alla Russia. Per la prima volta. al vertice dell’intelligence di sua Maestà siede una donna, Blaise Metreweli. “La Russia ci sta mettendo alla prova nella zona grigia con tattiche che sono appena al di sotto della soglia di guerra – ha dichiarato la numero 1 dell’MI6 – . È importante comprendere i loro tentativi di intimidazione, allarmismo e manipolazione, perché ci riguardano tutti”. Non è chiaro se ad allarmare la popolazione sia più la guerra ibrida di Putin o gli annunci delle autorità politiche e militari occidentali. I capi di stato Maggiore di Londra e Parigi hanno entrambi esortato la Nazione ad accettare il rischio “di mandare i figli a morire in guerra”. L’ufficiale francese, Fabien Mandon, ha lanciato il monito il 21 novembre. Ieri è stato il turno dell’inglese Sir Richard Knighton. Quest’ultimo ha sottolineato anche la minaccia cyber dal Cremlino: “Ogni giorno il Regno Unito è oggetto di una serie di attacchi informatici da parte della Russia e sappiamo che gli agenti russi cercano di compiere sabotaggi, e hanno ucciso sulle nostre coste”.
Toni che riecheggiano le parole di Metreweli, nel suo primo discorso pubblico: “Continuiamo tutti ad affrontare la minaccia di una Russia aggressiva, espansionista e revisionista (…) Sto parlando di attacchi informatici alle infrastrutture critiche. Droni che sorvolano aeroporti e basi. Attività aggressiva nei nostri mari, sopra e sotto le onde. Incendi e sabotaggi sponsorizzati dallo Stato. Operazioni di propaganda e di influenza che aprono e sfruttano le fratture all’interno delle società”. Insomma, l’intero arsenale della guerra ibrida. Tutte le frecce in faretra condividono un aspetto, decisivo: è difficilissimo, sul filo dell’impossibile, attribuire con certezza la responsabilità degli attacchi. Ma le autorità europee non hanno dubbi. I servizi inglesi sono pronti a rispondere alla Russia, ha assicurato Il capo dell’intelligence britannica, “finché Putin non sarà costretto a cambiare i suoi calcoli”. Non esiste alternativa e nessuno può sottrarsi, nella visione dei servizi inglesi: “Tutti nella società devono comprendere davvero il mondo in cui viviamo: un mondo in cui i terroristi complottano contro di noi, dove i nostri nemici seminano paura, ci intimidiscono e ci manipolano, e dove la prima linea è ovunque. Online, nelle nostre strade, nelle nostre catene di approvvigionamento, nelle menti e sugli schermi dei nostri cittadini”. Una società già in guerra, in ogni suo aspetto, ma senza soldati e linee del fronte. Perché “la prima linea è ovunque”, per dirla con Metreweli. Il 4 dicembre Londra ha imposto sanzioni contro l’intero servizio segreto russo (Gru) e 11 agenti del Cremlino. Secondo il governo inglese, l’intelligence di Mosca cerca “regolarmente” di condurre operazioni ibride.
La stessa accusa è giunta dall’altra sponda dell’atlantico. Il 9 dicembre la Cisa (Cybersecurity and Infrastructure Security Agency) ha diramato un comunicato per avvisare: “Gli hacktivisti filo-russi conducono attacchi opportunistici contro le infrastrutture critiche statunitensi e globali”. Anche gli esperti informatici per la sicurezza di Amazon hanno denunciato attacchi cyber contro aziende energetiche occidentali, nel 2025, senza risparmiare reti elettriche e telecomunicazioni. Le organizzazioni colpite sarebbero almeno dieci, ma la campagna criminale era iniziata nel 2021. Il colpevole? Secondo CJ Moses, CISO di Amazon Integrated Security, il collettivo criminale APT44 (noto come Sandworm) considerato ufficialmente dagli Usa “il braccio” cyber del Cremlino.
Intanto, dopo mesi con il vertice decapitato, ieri Donald Trump ha nominato il nuovo capo della National Security Agency (l’agenzia di intelligence) e dell’Us Cyber Command. I due ruoli chiave erano rimasti vacanti da aprile. Se il senato confermerà la scelta della Casa bianca, a guidare i “cyber soldati” americani sarà il tenente-generale Joshua M. Rudd, vice capo del Comando Indo-Pacifico.
Michele Colajanni è stupito dal lessico bellicista, ma la guerra ibrida per lui non è una novità. “La conducono soprattutto Russia e Cina, ma è scontato che almeno Stati Uniti e Gran Bretagna – i più “ibridi’ in Occidente – abbiano sferrato colpi”. Evidenze non ce ne sono, per due motivi. Il primo: l’attacco cyber lascia poche o nessuna traccia. Il secondo: se la Russia incassa un attacco informatico, non è detto che la notizia arrivi sulla stampa e l’episodio può morire nel silenzio. In Occidente, invece, ogni colpo russo rimbalza sui media. Anche per questo, Colajanni ha pochi dubbi: “Da anni Usa e Gran Bretagna stipendiano migliaia di cyber soldati, è la via annunciata per l’Italia dal ministro della Difesa Guido Crosetto. Washinghton e Londra, cosa li pagano a fare gli informatici con l’elmetto?”. Secondo Colajanni, “la guerra ibrida si fa ma non si minaccia”. Tutto l’opposto dell’Europa.