
Nel 2022 le morti hanno superato le nascite e adesso il governo cerca di invertire il trend demografico. Ma il probabile calo di vendite dei profilattici comporterà un aumento delle gravidanze indesiderate e delle malattie sessualmente trasmissibili
Da gennaio il governo cinese alzerà al 13% l’iva su preservativi e altri contraccettivi e perseguirà l’obiettivo di ridurre a zero la spesa diretta per il parto a carico delle cittadine e dei cittadini. Lo scopo di queste misure è contrastare il calo delle nascite: il tasso di fertilità si aggira infatti intorno all’1%, contro […]
Da gennaio il governo cinese alzerà al 13% l’iva su preservativi e altri contraccettivi e perseguirà l’obiettivo di ridurre a zero la spesa diretta per il parto a carico delle cittadine e dei cittadini. Lo scopo di queste misure è contrastare il calo delle nascite: il tasso di fertilità si aggira infatti intorno all’1%, contro il 2,1% di soglia minima per il ricambio generazionale. Nel 2022, le morti hanno superato le nascite, segnando l’inizio di un forte invecchiamento demografico.
Lo scorso fine settimana si è tenuta una conferenza nazionale per presentare il programma nazionale di assicurazione sanitaria, che verrà ampliato grazie al nuovo piano. Per quanto riguarda la natalità, la Cina ha dichiarato di voler migliorare la copertura per i controlli prenatali e favorire il sollievo dal dolore del parto. Il problema, però, è che il calo di vendite dei profilattici comporterà sicuramente un aumento delle gravidanze indesiderate e delle malattie sessualmente trasmissibili.
Una notizia che colpisce se si guarda al passato recente. Nel 1979, infatti, la Cina di Deng Xiaoping varò la famigerata politica che imponeva alle famiglie di avere un solo figlio, punendo con sanzioni e discriminazioni chi violava questa regola. Il divieto è stato abolito nel 2016, ma adesso la Cina di Xi Jinping deve scontare le conseguenze di un controllo demografico così aggressivo, trovandosi a pagare un costo altissimo per la crescita economica del Paese.