
Con molta fantasia il Var regala il rigore decisivo ai Reds, quando però i nerazzurri si erano ormai accontentati del pareggio
Perdere col Liverpool in Champions League ci può stare, sempre. Una sconfitta come quella dell’Inter a San Siro, nel sesto turno Champions, l’ultimo del 2025, è qualcosa di davvero difficile da spiegare, anche in considerazione di un’inerzia, quella regolamentare, che prende direzioni sempre più discutibili. I nerazzurri perdono infatti per uno a zero contro i Reds, che passano grazie a un rigore trasformato da Szoboszlai e concesso in maniera più che generosa dall’arbitro tedesco Zwayer all’86esimo, richiamato dal var per una trattenuta di Bastoni su Wirtz, ingenua sicuramente, inutile pure, ma che per definire “reato” ci vuole molta fantasia.
Erano arrivate allo scontro praticamente in condizioni opposte Inter e Liverpool: i nerazzurri in fiducia e in un ottimo momento di forma, il Liverpool in difficoltà e col caso Salah deflagrato negli ultimi giorni. Certo in Champions l’inerzia recente conta il giusto, le assenze pure se Salah o non Salah attorno c’è quasi un miliardo di euro, mezzo speso solo nell’ultima sessione di mercato. E infatti nella prima mezz’ora Ekitike e compagni scaldano più volte i guantoni a Sommer mentre l’Inter, pericolosa in potenza sull’asse solito Thu-La deve fare i conti pure con la sfortuna, perdendo prima Calhanoglu e poi Acerbi per noie muscolari.
Il Liverpool va anche in vantaggio con Konate, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, ma l’arbitro annulla, dopo un lunghissimo consulto con il Var, vero protagonista di serata, perché il pallone, prima di arrivare sulla testa del francese era carambolato sul braccio di un compagno. Un episodio che scuote la squadra di Chivu che da allora schiaccia i Reds nella loro metà campo, creando occasioni, una su tutte quella di Lautaro che impegna severamente Alisson di testa, seppur senza centrare il bersaglio.
Anche nel secondo tempo l’Inter impone il suo ritmo, con l’handicap però dei due cambi effettuati per necessità nel primo tempo e dunque di dover tirare avanti quanto più possibile per utilizzare il terzo e ultimo slot disponibile mandando dentro le ultime forze fresche. La necessità di dosare le energie porta probabilmente e alla lunga a non disdegnare la possibilità di uno zero a zero, che per carità, contro i campioni d’Inghilterra e una delle squadre più vincenti d’Europa degli ultimi anni non si disdegnerebbe mai, ma in fin dei conti per quanto visto a San Siro sarebbe stato stretto ai nerazzurri.
Sarebbe stato stretto fin quando Bastoni dopo aver vinto un contrasto aereo trattiene per la maglia ingenuamente, inutilmente, ma in maniera pressoché impercettibile Wirtz che aggiunge qualche rotolamento: poca roba a dir la verità, ma abbastanza evidentemente perché Var e arbitro decidano per il rigore, trasformato poi da Szoboszlai al’85esimo per la vittoria finale dei Reds.
Un rigore fantasioso, sì, ma è chiaro che in presenza di variabili imprevedibili, come evidentemente possono essere le letture del Var a livello europeo, la maturità totale passa anche dal non creare precedenti: Bastoni il contrasto aereo con Wirtz l’aveva vinto, e non poteva essere altrimenti d’altronde, non doveva metterci una trattenuta che negli anni ’80 sarebbe stata considerata al più un gesto d’affetto, oggi un evidente misfatto.
Una serata balorda che oltre alla beffa della sconfitta rovina il cammino dell’Inter in Champions: prima a punteggio pieno e con gli ottavi in tasca fino alla gara contro l’Atletico Madrid, ora deve evitare i playoff passando però da Arsenal e Borussia Dortmund in otto giorni. Gare che l’Inter di Chivu, affronta in ogni caso alla pari, come visto con Atletico Madrid e Liverpool… ingenuità, trattenute e fantasie permettendo.