Politica

Il ritorno di Fini ad Atreju: “Mio errore sciogliere An. Lo strappo con Berlusconi? Non mi sono mai fatto comandare”

L'ex leader di Alleanza nazionale torna sul palco della manifestazione di Fdi per un confronto con Francesco Rutelli, trentadue anni dopo la loro sfida per il Campidoglio

L’ultima sua presenza sul palco di Atreju risaliva al 2008, 17 anni fa. Due anni dopo da quella stessa manifestazione Silvio Berlusconi pronunciò il suo nome provocando una bordata di fischi dei ragazzi della Giovane Italia. E nel 2011 fu proprio Giorgia Meloni a decidere di non invitarlo più. Ma oggi riecco Gianfranco Fini. Il […]

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L’ultima sua presenza sul palco di Atreju risaliva al 2008, 17 anni fa. Due anni dopo da quella stessa manifestazione Silvio Berlusconi pronunciò il suo nome provocando una bordata di fischi dei ragazzi della Giovane Italia. E nel 2011 fu proprio Giorgia Meloni a decidere di non invitarlo più. Ma oggi riecco Gianfranco Fini. Il leader di quella che fu Alleanza nazionale è salito sul palco della festa di Fratelli d’Italia per un confronto con Francesco Rutelli, trentadue anni dopo la loro sfida per il Campidoglio. Il ritorno ad Atreju “è un momento bello, emozionante, un ritorno a casa, se me lo consentite”, ha esordito Fini.

L’ex presidente della Camera parla della fine di An, della nascita di Fdi e dello strappo con Berlusconi. “L’errore è stato chiedere e ottenere lo scioglimento di Alleanza Nazionale, perché era era un movimento politico basato su un senso comunitario“, ha detto l’ex presidente della Camera riconoscendo “il merito” avuto da Fratelli d’Italia con Giorgia Meloni nel “ricostruire questa comunità, perché se si rimane al di fuori del proprio perimetro si rischia di essere in qualche modo apolidi”. Lei si riconosce nel centrodestra di oggi? “Sì”, risponde Fini: “Io credo di essere intellettualmente onesto quando ammetto gli errori. L’ho fatto. Non ho chiesto e non chiedo nulla, lo sanno Arianna e Giorgia”, aggiunge. “Poi è chiaro – spiega – che sono passati tanti anni, è tutto cambiato, è tutto diverso e quindi mi riconosco, l’ho votata, la voterò. Non condivido al 100%, come è naturale da uomini liberi”.

Gianfranco Fini commenta anche quanto accaduto nel 2010, con la frattura con Silvio Berlusconi, e quel “che fai mi cacci?” durante il Consiglio nazionale del Popolo della libertà. “Mi sono pentito di aver posto le condizioni che mi hanno portato a ritrovarmi incompatibile col Pdl. Le condizioni che avevo creato lo scioglimento di An nel Pdl. Ma non era più possibile continuare ad assecondare in modo quasi obbligato”, afferma sottolineando: “Non mi sono mai fatto comandare da nessuno“.

Con lui sul palco l’avversario delle elezioni amministrative di Roma del 1993. “È come il film Ritorno al futuro, ma non per me, per” Fini, commenta Rutelli. “Io lo sapevo che sarei venuto per un tributo a un fondatore e che ripercorrere l’elezione del 93 è un pretesto per farlo tornare qua”, ironizza l’ex sindaco della Capitale. Da lui arrivano anche commenti positivi per la presidente del Consiglio: “Io rispetto Meloni perché si trova a dover gestire un periodo di cambiamento a livello geopolitico e strategico. È un mondo che sta cambiando – ha aggiunto – e chi governa ha la necessità di tenere un equilibrio. Sarebbe saggio trovare, nella differenza fra maggioranza e opposizione, alcune aree in cui l’opposizione scelga di trovare una convergenza nei punti di utilità per il paese, che non significa fare pastrocchi”, continua Rutelli dal palco di Atreju. Infine, quando la moderatrice del confronto Hoara Borselli gli chiede se si riconosce nel centrosinistra di oggi, la sua risposta è lapidaria: “Faccia la domanda successiva“.