In altri contesti - come agli europei e mondiali di scherma e nuoto o alle olimpiadi - era permessa la loro partecipazione ma solo come "atleti neutrali"

La Ijf – federazione internazionale di judo – ha riammesso gli atleti russi con inno e bandiera: è la prima volta che accade nello sport dal 2022, dal post invasione dell’Ucraina e dalla conseguente estromissione di russi e bielorussi da tantissime manifestazioni sportive. In precedenza anche la federazione internazionale di scherma aveva riammesso i russi prima agli europei del 2023, poi ai mondiali del 2025, ma sempre come “atleti neutrali”, così come accaduto alle olimpiadi di Parigi 2024 e agli ultimi mondiali di nuoto.
Da venerdì, nel Grand Slam di Abu Dhabi, i judoka della Russia potranno così competere a pieno titolo. Nel 2022, la stessa Ijf aveva tolto a Vladimir Putin la carica di presidente onorario assegnatagli nel 2008, vista la sua grande passione per lo sport nato in Giappone. Il presidente russo è infatti grande amico di Marius Vizer, ex judoka e oggi businessman rumeno, che da ormai quasi 20 anni è presidente della Ijf. Proprio il judo, che Putin ha praticato a lungo – fu allenato da Ezio Gamba, storico judoka italiano – era quindi la disciplina numero 1 candidato a rompere l’isolamento della Russia nello sport internazionale.
“La Federazione Internazionale di Judo ha attraversato un periodo di forte pressione geopolitica con misurata responsabilità, garantendo la continua unità della famiglia del judo e la sicurezza e l’equità delle competizioni per tutti gli atleti di tutte le nazioni – si legge nella nota dell’Ijf – A seguito dei recenti sviluppi, tra cui il ripristino della piena rappresentanza nazionale per gli atleti bielorussi, l’IJF ritiene ora opportuno consentire la partecipazione degli atleti russi a parità di condizioni”. Poi la Federazione ammette: “Storicamente, la Russia è stata una nazione leader nel judo mondiale e si prevede che il loro pieno ritorno arricchirà la competizione a tutti i livelli, nel rispetto dei principi di equità, inclusività e rispetto dell’IJF”.
Nello spiegare le motivazioni di questa decisione, l”Ijf scrive: “Lo sport è l’ultimo ponte che unisce persone e nazioni in situazioni e ambienti di conflitto molto difficili. Gli atleti non hanno alcuna responsabilità per le decisioni dei governi o di altre istituzioni nazionali, ed è nostro dovere proteggere lo sport e i nostri atleti”. Nella conclusione del comunicato ufficiale, la federazione scrive: “Lo sport deve rimanere neutrale, indipendente e libero da influenze politiche. Il judo, radicato nei valori di pace, unità e amicizia, non può permettersi di diventare una piattaforma per agende geopolitiche. La decisione di ripristinare la piena rappresentanza nazionale riflette la fiducia dell’IJF nelle sue garanzie etiche, nonché nella forza e nell’integrità di questo sport”.