
A oltre 20 ore dalla prima segnalazione alla polizia il rogo è ancora parzialmente attivo, alimentato dalla rete metallica verde e dalle impalcature di bambù usate per i lavori di ristrutturazione
E’ salito ancora il bilancio del violento incendio che ha devastato a Hong Kong sette delle 8 torri residenziali di Wang Fuk Court di Tai Po. Il rogo ha causato finora un totale di 65 vittime. Le persone ancora disperse sarebbero 279. E’ l’ultimo bollettino diffuso dai vigili del fuoco dell’ex colonia britannica. Il ministero degli Esteri italiano ha fatto sapere che non risultano al momento connazionali tra le vittime e i feriti.
A oltre 20 ore dalla prima segnalazione alla polizia l’incendio, classificato di livello 5, è ancora parzialmente attivo, alimentato dalla rete metallica verde e dalle impalcature di bambù che circondano ogni edificio del complesso residenziale, nell’ambito dei lavori di ristrutturazione. Eileen Chung, sovrintendente della polizia, ha dichiarato che tre uomini dell’impresa edile responsabile dei lavori dei condomini sono stati arrestati con l’accusa di omicidio colposo.
Non solo. La Commissione indipendente contro la corruzione di Hong Kong (ICAC), riferisce la Bbc, ha dichiarato che avvierà un’indagine penale sui lavori di ristrutturazione. In una nota, l’ICAC ha affermato di aver “istituito una task force speciale per condurre un’indagine completa sulla possibile corruzione correlata ai principali lavori di ristrutturazione”.
Dopo aver preso origine dalle impalcature le fiamme si sono propagate rapidamente all’interno delle torri: quasi 2 mila appartamenti, più di 4.600 residenti, molti dei quali anziani. Tra le vittime del rogo potrebbero esserci anche oltre 100 animali domestici. Molte polemiche riguardano il mancato funzionamento degli allarmi antincendio: “Se qualcuno stava dormendo, era spacciato”, ha raccontato Chan Kwong-tak, 83 anni, spiegando che gli inquilini sarebbero stati allertati solo dalle guardie che bussavano porta per porta.
Il presidente cinese Xi Jinping ha espresso il suo cordoglio per le vittime e chiesto di “fare tutto il possibile” per contenere l’emergenza. Parole per le quali il governatore John Lee lo ha ringraziato.
La città non vedeva un disastro simile da quasi trent’anni, quando nel 1997 diciassette persone morirono in un rogo che distrusse un bar karaoke. E la mente non può che andare anche alla Grenfell Tower, il palazzo di 24 piani nel quartiere di North Kensington a Londra dove, nella notte tra il 13 e il 14 giugno 2017, le fiamme tolsero la vita 72 persone, tra cui Gloria Trevisan e Marco Gottardi, due giovani architetti italiani.