
Il campione olandese detta legge, riapre il Mondiale dopo la squalifica delle vetture "papaya" per eccessivo consumo di plank: ora è a -24 da Norris
Max Verstappen si è preso senza discussione il GP di Las Vegas, chiudendo di oltre 20 secondi (20”7 per la precisione) davanti alla McLaren di Lando Norris (2°), poi squalificato per eccessivo consumo di plank (così come la McLaren di Piastri). A seguire la Mercedes di George Russell (terzo in gara, secondo alla fine).
Quarto in gara uno spento Oscar Piastri, che paradossalmente guadagna sul compagno di scuderia dopo la squalifica, andando a -24 nella classifica Piloti — che recita 390 Norris, 366 l’australiano e 366 Verstappen — quindi un super Andrea Kimi Antonelli (sul podio dopo la decisione della Fia, scattava 17°), di rimonta nonostante una penalità per falsa partenza (5 secondi) ma davanti nel finale a Charles Leclerc (4°) nonostante le gomme usate da 47 giri.
Dietro al monegasco della Ferrari hanno chiuso a punti Carlos Sainz (5°), Isack Hadjar (6°), Nico Hulkenberg (7°), Lewis Hamilton (8°), Esteban Ocon (9°) e Oliver Bearman (10°). Domenica prossima si corre in Qatar, quando ci sarà anche l’ultima Sprint di stagione, proprio dove Norris può piazzare l’allungo Mondiale decisivo (ma con Verstappen alle caviglie). Quindi il gran finale di campionato ad Abu Dhabi, fra due settimane.
In un Mondiale che sembrava aver preso una direzione precisa, la decisione della Fia di squalificare le McLaren ha stravolto tutto e la gara di Las Vegas ha offerto un’immagine quasi paradossale: un Verstappen perfetto che continua a vincere, pur sapendo che la matematica non è dalla sua parte, e due McLaren che, pur essendo più veloci, non riescono a scrollarsi di dosso la pressione dell’olandese, a maggior ragione dopo la squalifica.
L’equilibrio delle ultime settimane si è riproposto anche nel deserto del Nevada, dove Max ha imposto ancora una volta il proprio ritmo fin dal via, sfruttando l’ennesima incertezza in partenza di Norris, superato anche da Russell e poi alla fine terzo.
Una gara gestita da leader consumato, quella di Max, al contrario di Oscar Piastri, uscito ancora una volta sottotono: il suo 4° posto in pista racconta la difficoltà di un pilota che dalla trasferta di Baku sembra aver smarrito lucidità e incisività, come confermato anche dal lungo in curva 14 che lo ha esposto al sorpasso di Charles Leclerc (6°) nel primo stint di gara.
Dall’altra parte del box Norris ha invece dimostrato che, nonostante l’errore, la sua crescita mentale dopo l’Olanda c’è stata eccome: non un lampo, ma un lavoro progressivo, costruito giro dopo giro. Lando sapeva di non avere il passo per aggredire Verstappen, capace di un controllo gomme impeccabile e di un finale addirittura in accelerazione, ma ha evitato rischi inutili e consolidato il 2° posto, prendendoselo senza rischi su un Russell che per buona parte di gara ha pagato anche un problema idraulico al volante e nel finale ha patito il graining all’anteriore destra.
“Non è stata la mia gara migliore, ma mi sono divertito. Al via ho cercato più rischi di Verstappen”, ha ammesso l’inglese, che non appassiona in pista come l’olandese ma che, nonostante la squalifica a complicare tutto, sa che il primo Mondiale Piloti è dalla sua e che a Losail può già piazzare l’allungo decisivo. A suo favore gioca anche il fatto che Qatar e Abu Dhabi sono sulla carta favorevoli alla McLaren.
Le aspettative della vigilia avevano acceso speranze in casa Mercedes, dove però la realtà si è rivelata più complessa: Russell ha illuso nelle prime fasi, poi un problema idraulico al volante e un ritmo meno incisivo lo hanno costretto a difendersi, subendo nel finale il sorpasso di Norris.
In compenso, Andrea Kimi Antonelli ha mostrato con quanta velocità stia crescendo. Dopo un sabato da dimenticare (scattava 17°) e la penalità di cinque secondi per falsa partenza — stesso errore commesso da Alexander Albon, poi ritirato — il bolognese ha sfruttato la Virtual Safety Car al via, montato le Hard subito e costruito una rimonta di spessore, coprendo 47 giri con lo stesso set e chiudendo virtualmente davanti a Piastri e Leclerc.
La penalità lo ha fatto retrocedere dietro all’australiano (poi si è ripreso il podio con la squalifica della McLaren), ma ha comunque salvato il piazzamento davanti al monegasco per un decimo. Le basse temperature dell’asfalto di Las Vegas, tradizionalmente poco aggressivo, gli hanno dato una mano, ma la consistenza è tutta sua. Non a caso Verstappen lo ha elogiato a fine corsa.
Per la Ferrari, Las Vegas ha rappresentato un’occasione parzialmente colta: la pista, con poche curve e lunghi rettilinei, era più adatta della media alla SF-25, ma ancora una volta le qualifiche e un’auto con troppi difetti hanno frenato le ambizioni.
Rivedibile anche la strategia di Maranello di richiamare in ritardo Leclerc ai box, dopo averlo tenuto per diversi giri dietro a Sainz, costata punti nel finale di gara nei confronti di Antonelli. Lewis Hamilton, partito 19° dopo una qualifica disastrosa (per la prima volta in carriera ultimo per sbagli umani e non errori tecnici dell’auto), ha recuperato fino al 10° posto, mostrando un passo più solido con le Hard rispetto alle Medie, ma troppo inferiore per l’ennesima volta in stagione a Leclerc, in grado di viaggiare un secondo più veloce sul giro per buona parte della gara.
Leclerc, invece, ha messo in scena la sua ennesima gara di carattere. “Sto correndo come un animale”, ha comunicato via radio al muretto, e lo si è visto: nonostante un contatto al via con Fernando Alonso (13° finale lo spagnolo), è risalito fino alla quinta posizione nella prima fase, approfittando dell’errore di Piastri e superando Hadjar.
Nella seconda parte ha dovuto risparmiare benzina, facendo lift and coast per evitare una possibile squalifica, e questo gli è costato la posizione su Antonelli. Il monegasco ha perso la forza per arrabbiarsi su queste cose, e come Lewis, insomma, non vede l’ora che la stagione finisca. Capitolo a parte: rivedibile la Fia per le decisioni in alcuni momenti della corsa, vedasi i marshall in curva 1 a raccogliere detriti mentre passavano le vetture, e finale di stagione difficile per Gabriel Bortoleto, che dopo i botti di Interlagos ha centrato allo start Lance Stroll e si è beccato cinque posizioni di penalità da scontare al via della gara normale in Qatar.