
Il Presidente ha ricordato l'impegno quotidiano e condiviso per la crescita sana dei bambini, sempre più coinvolti in condizioni di violenza e sfruttamento. Allarmanti ed in peggioramento i dati delle associazioni, per Save The Children quest'anno 118 milioni di bambini hanno sofferto la fame
In occasione della Giornata Internazionale dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha sottolineato, nel suo messaggio, la necessità di tutelare e riconoscere i diritti dei più piccoli, soprattutto in un contesto che diventa via via sempre più complesso: “La sofferenza di un bambino è la sconfitta di un’intera comunità mentre ogni volta che un giovane cresce ascoltato, accolto, rispettato, la collettività si rinnova e ritrova, nella sua voce, la speranza del futuro”, ha scritto il Capo dello Stato.
Il presidente ha ribadito l’importanza di riconoscere i bisogni dei bambini, oltre alle loro parole: “Ascoltare i bambini, riconoscere i loro bisogni, proteggere i loro diritti: questo è l’impegno che la Giornata odierna sollecita a mantenere quotidianamente. Richiamo a riconoscere il valore delle loro parole, delle loro esperienze, delle loro necessità come parte integrante della vita della nostra comunità. Le bambine e i bambini sono portatori di diritti fondamentali, e milioni di essi oggi ne sono privati. Sono vittime di violenza, tratta e sfruttamento, vengono spesso ridotti in condizioni di schiavitù, oggetto di persecuzione e di rapimenti per farne bambini-soldati”.
Tra i punti toccati dal Capo di Stato – oltre la violenza, il lavoro minorile, la piaga dei bambini soldato – anche la rabbia dei ragazzi e il loro rapporto con internet: “Oggi, mentre i conflitti si moltiplicano, le crisi umanitarie e le disuguaglianze si aggravano, sono i più piccoli a pagare il prezzo più alto”, sottolinea Mattarella. Il presidente della Repubblica ricorda come in un contesto sempre più violento e di crisi a pagare il prezzo più alto sono i bambini, non solo nel mondo ma anche in Italia. “Anche nel nostro Paese – aggiunge – persistono situazioni di abbandono e marginalità che non possiamo permettere si consumino nel silenzio e nell’indifferenza. Troppi ragazzi nascondono la propria fragilità dietro la rabbia, il mutismo o lo schermo di un computer, in un contesto che li osserva senza comprenderli davvero”. “È necessario – conclude il Capo dello Stato – un impegno concreto, quotidiano e condiviso per restituire ai più giovani fiducia, tutela e reali opportunità di crescita, rendendo effettivi i principi costituzionali che proteggono l’infanzia e ne promuovono lo sviluppo umano e sociale”.
Secondo la fondazione Cesvi, 30 milioni di bambini rischiano di morire prima dei 5 anni non solo per l’impatto delle crisi globali ma anche per la sistemica diminuzione di fondi, con tagli che rischiano di lasciare senza assistenza 2,3 milioni di minori e causare potenzialmente fino a 369mila decessi in più. Attualmente già 40 milioni soffrono di denutrizione, 500 milioni vivono vicino zone di conflitto e almeno un miliardo è esposto a shock climatici. Sono mille i decessi infantili al giorno e non solo in zone critiche come il Sudan, l’Ucraina o la Palestina. In Italia, per esempio, 1 minore su 4 è a rischio povertà ed esclusione sociale soprattutto nelle zone del sud Italia (Puglia, Campania, Sicilia, Calabria) dove si segnalano carenze nei servizi di contrasto.
Allarmanti anche i dati di Save the Children. Nel 2025, salgono a 118 milioni i bambini che hanno sofferto la fame (1,28 milioni in Italia), a 48 milioni i bimbi vittime di disastri climatici. Mentre in Europa, solo negli ultimi 5 anni ci sono 446mila nuovi bambini colpiti dalla povertà. Nelle zone di guerra le vittime del 2024 sono state quasi 12mila (4.676 bambini morti e 7.291 feriti). È il dato più alto di sempre. L’organizzazione evidenzia una crescente impunità per questi crimini. La maggior parte delle morti deriva da armi esplosive ad ampio raggio (70% delle vittime nel 2024 contro il 59% dei 3 anni precedenti). La metà dei decessi sotto i 5 anni è causata dalla malnutrizione acuta. Mentre 1 persona su 4 in condizioni di schiavitù o sfruttamento è attualmente minorenne.
Dati simili a quelli dell’Unicef. Delle sei categorie essenziali utilizzate come parametro per misurare l’entità della povertà nei paesi a basso reddito (istruzione, salute, condizione abitativa, nutrizione, servizi igienici e acqua) il fondo delle Nazioni Unite fa notare come 118 milioni di bambini subiscono tre o più situazioni di deprivazione (17 milioni quattro o più). I tassi più elevati si concentrano nell’Africa subsahariana e nell’Asia meridionale. La deprivazione più comune è quella dei servizi igienici. Nei paesi a basso reddito più di 6 bambini su dieci vivono senza bagni. Unicef fa notare che i progressi ottenuti dal 2013 al 2023 stanno rallentando, anche per via dei tagli agli aiuti pubblici allo sviluppo. Tagli che hanno colpito anche nei paesi ad alto reddito, dove 50 milioni di bambini (il 23% totale) vivono in povertà monetaria relativa, cioè un’entrata economica familiare molto più bassa del comune. In Italia i casi di grave deprivazione materiale e sociale nel 2024 sono il 5,7%.
Per il Telefono Azzurro, l’elemento chiave per una crescita armoniosa risiede nel dialogo con bambini e adolescenti. Proprio per questo lo scorso anno è stata istituita la prima Giornata nazionale dell’ascolto dei minori, che cade il 9 aprile. Da anni ormai la Onlus mette a disposizione gratuitamente 24 ore su 24, 7 giorni su 7 la propria linea d’aiuto al numero 196.196.