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Olimpiadi Milano-Cortina: “98 opere da finire, serve un aggiornamento dei cronoprogrammi”. L’allarme della Corte dei Conti

La magistratura contabile sottolinea i ritardi nei cantieri per i Giochi invernali, sollecita "la massima attenzione nell’esecuzione finale del Piano" e lancia un monito per il futuro: "Prevedere un utilizzo sostenibile degli impianti sportivi, al fine di ridurre la spesa per gli enti pubblici"

Da un lato c’è l’incognita dell’inchiesta sulla Fondazione Milano-Cortina, dall’altro la corsa contro il tempo per arrivare pronti alla cerimonia d’apertura. Sono questi i due fantasmi che agitano gli ultimi tre mesi prima dell’inizio delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026. L’ultimo allarme arriva dalla Corte dei Conti, che “ha sollecitato un puntuale aggiornamento dei cronoprogrammi da parte della società Infrastrutture Milano Cortina 2020-2026“, ovvero Simico, oltre a “un’efficiente programmazione finanziaria, di pari passo con l’avanzamento fisico dei lavori”. Lo si legge nella delibera della magistratura contabile che approva la relazione sul Fondo opere infrastrutturali per le Olimpiadi. La magistratura contabile passa ai dati che sono incontrovertibili: “Tra i 111 interventi in Lombardia, Veneto, Trentino e Alto Adige, 98 sono a completa copertura finanziaria da concludere entro il 2025 (o oltre, se non indispensabili ai giochi) e solo 3 i lavori stradali, ancora a copertura parziale”, si legge sempre nella delibera.

L’allarme arriva quando all’inizio dei Giochi mancano meno di 100 giorni. E si soma appunto a quanto stabilito dallla giudice per le indagini preliminari di Milano Patrizia Nobile, secondo cui ci sono fondati dubbi sulla “legittimità costituzionale” del decreto del giugno 2024 che ha azzoppato le inchieste della procura sugli appalti dell’ente che organizza le Olimpiadi invernali del 2026 e per questo ha rimandato alla Consulta la decisione. Se queste è il fronte che riguarda la Fondazione Milano-Cortina, quello delle opere è invece in capo a Simico, che si occupa appunto delle Infrastrutture. Che buona parte dei cantieri saranno conclusi dopo i Giochi ormai è cosa nota. Ma la magistratura contabile invita a non perdere ulteriore tempo.

La nota della Corte dei conti sottolinea come si siano accumulati i ritardi nella realizzazione delle opere per le Olimpiadi di Milano-Cortina: “Sul fronte finanziario, il Piano complessivo, destinatario dal 2020 di appositi stanziamenti in bilancio, è stato aggiornato, nel 2022, a causa del trend inflattivo post-pandemico e dell’aumento dei costi delle materie prime e dei prezzi. Nonostante una solida pianificazione – si legge nell’analisi – già nel primo semestre del 2023 molte opere erano ancora alle fasi iniziali e poche in cantiere, a causa, tra l’altro, di complessità progettuali. La situazione ha reso necessario, all’inizio del 2024, riorganizzare con legge il sistema della governance e, a settembre 2025, le risultanze sono apparse eterogenee per tipologia di opere”.

Tra i 111 interventi in Lombardia, Veneto, Trentino e Alto Adige, 98 – si spiega – “sono a completa copertura finanziaria da concludere entro il 2025 (o oltre, se non indispensabili ai giochi) e solo 3 i lavori stradali, ancora a copertura parziale, che potranno essere realizzati per fasi funzionali, in relazione alla progressiva disponibilità delle risorse. Alla luce di ciò, la magistratura contabile ha sollecitato un puntuale aggiornamento dei cronoprogrammi da parte della società Infrastrutture Milano Cortina 2020-2026″.

La Corte ha, inoltre, “raccomandato coperture assicurative e misure di sicurezza, fino alla riconsegna, per le opere essenziali e indifferibili in gestione temporanea prima del completamento, una puntuale manutenzione degli impianti sportivi e un loro utilizzo sostenibile, anche attraverso la revisione del piano economico-finanziario e forme di partenariato, al fine di ridurre la spesa per gli enti pubblici futuri proprietari e, dunque, per la fiscalità generale. A tutela del patrimonio pubblico, è stata, invece, suggerita la previsione di una destinazione vincolata delle infrastrutture al momento della loro cessione”.

In conclusione, il monito della Corte dei Conti riguarda sia la fase finale che riguarda il completamento delle opere, sia la cosiddetta legacy, ovvero l’eredità che i Giochi lasceranno, con il rischio di cattedrali nel deserto. Per questo la magistratura contabile auspica “la massima attenzione nell’esecuzione finale del Piano, che postula, per un uso corretto dei fondi, un efficace coordinamento operativo e un controllo costante. Tanto, al fine di garantire che le infrastrutture essenziali siano pronte per l’appuntamento di Milano-Cortina 2026 e che divengano un patrimonio stabile e durevole per il Paese, massimizzando le ricadute positive sul territorio”.