Cronaca

Morta Anna Laura Braghetti, l’ex brigatista aveva partecipato al sequestro Moro

Brigatista della colonna romana, partecipò al sequestro moro ed all'omicidio di Vittorio Bachelet, oltre all'assalto di Piazza Nicosia. Sposò Prospero Gallinari e negli ultimi anni divenne un'attivista per i diritti dei carcerati

È morta questa mattina a Roma dopo una lunga malattia Anna Laura Braghetti, ex brigatista. Nata nella capitale il 3 agosto 1953, iniziò la militanza in Lotta Continua e divenne poi componente della colonna romana delle Br dove partecipò attivamente al sequestro di Aldo Moro. Ebbe lei l’incarico di acquistare un appartamento che sarebbe diventato poi la cella del presidente della Dc, fingendo di essere la fidanzata dell’ingegner “Altobelli”, il quarto uomo presente nell’appartamento inizialmente sconosciuto e che si scoprirà poi essere il brigatista Germano Maccari. La cella venne ricavata nella stanza dello studio, con un tramezzo fatto con blocchi di gesso, isolati da lana di vetro.

Dopo l’omicidio di Moro passò alla clandestinità e partecipò attivamente ad alcune delle più eclatanti azioni della colonna romana. Con un M2 sparò ad una volante durante l‘assalto della sede della Democrazia Cristiana in Piazza Nicosia nel 1979 e che costò la vita al brigadiere Antonio Mea, morto sul colpo, e all’agente Pierino Ollanu che morì poco dopo a seguito delle ferite riportate. Rimase ferito un terzo agente, Vincenzo Ammirata. Il fatto, avvenuto all’inizio della campagna elettorale per le elezioni politiche, dimostrò un’ulteriore crescita della lotta armata in Italia. Suo anche il primo proiettile che il 12 febbraio 1980 colpì e costò la vita a Vittorio Bachelet, vicepresidente del CSM, al termine di una lezione nella facoltà di scienze politiche della Sapienza.

Il suo arresto, avvenuto pochi mesi dopo (il 27 maggio) le costò una condanna all’ergastolo. Venne ammessa alla libertà condizionale nel 2002, senza usufruire di sconti di pena. Un anno dopo il suo arresto sposò Prospero Gallinari, membro di spicco delle Br, da cui si separerà nel 1987 senza però divorziare legalmente. Negli ultimi anni della carcerazione seguì la scia di numerosi ex terroristi politici, impegnandosi nel sociale con particolare attenzione alle carceri ed alle persone in difficoltà. Scrisse in questo periodo il libro Il prigioniero insieme a Paola Tavella, a cui fu ispirato il film “Buongiorno, notte” di Marco Bellocchio. Strinse poi una particolare amicizia con Francesca Mambro, terrorista di estrema destra, ex Nar e compagna di Valerio Fioravanti, con cui pubblicherà anche un libro intitolato “Nel cerchio della prigione” e che ha espresso questa mattina il suo cordoglio. La donna ha affermato: “È stata per me una sorella e il dolore per la sua perdita è troppo grande. Vorrei che Anna Laura fosse ricordata per i 30 anni di dedizione a chi soffriva.”

A dare la notizia della sua morte è stata la famiglia: “Ci ha lasciati la nostra cara Anna Laura circondata dall’amore dei famigliari e degli amici. I funerali si svolgeranno in forma strettamente riservata. La sua comunità degli affetti”.

Gianluca Peciola, fratello di Anna Laura Braghetti scrive in un post su Facebook: “È troppo dispari questo mondo, hai detto qualche giorno fa, mentre la malattia correva veloce. Eri sempre col pensiero a cercare di risolvere i problemi degli altri. A trovare un posto protetto per chi non aveva protezione. Diranno e scriveranno di te all’indietro. Dove già non eri da tanto tempo. Perché stavi dove l’umanità chiamava. Ciao Lalla, ti voglio bene”. Autore e scrittore, l’uomo scoprì all’età di 10 anni di essere il fratello della brigatista.

Anche Valter Biscotti, legale dei familiari dei caduti nella strage di via Fani, ha commentato la notizia della morte dicendo che “Anna Laura Braghetti non è certamente quella sorta di crocerossina come l’ha voluta raccontare Marco Bellocchio nel suo film. È stata la custode di Aldo Moro nella prigione di Via Montalcini e nel febbraio del 1980, insieme a Bruno Seghetti, ha commesso uno degli omicidi più efferati della storia delle Brigate Rosse, ammazzando sulle scale il vicepresidente del Csm Vittorio Bachelet all’interno dell’Università di Roma. Voglio ricordare anche che Braghetti insieme a Gallinari è stata incaricata da Moretti di trascrivere le cassette degli interrogatori di Moro, quando era prigioniero in via Montalcini. Un lavoro che si rivelò faticoso – spiega – tant’è vero che fu abbandonato. Dove sono finite le cassette con la voce di Aldo Moro? È uno dei più grandi misteri della storia delle Brigate Rosse perché tutti dicono che sono state distrutte, ma non è così. Tant’è che Pecorelli, sicuramente persona molto informata, prima di morire, chiese dove fossero finite le bobine con la voce del presidente Moro. Braghetti sicuramente era custode di questi segreti, insieme a Gallinari e Moretti. Ha fatto un percorso non di ravvedimento, non di pentimento e non di collaborazione. Forse ha ripensato al suo passato criminale. Certo è – conclude – che comunque rimane una delle figure centrali della storia delle Brigate Rosse”.