
Dal 6 all'8 novembre al Collegio Ghislieri si incontrano i massimi studiosi italiani e internazionale del giurista e filosofo che ha aperto la strada all'abolizione di tortura e pena di morte. Tra loro anche il noto studioso Luigi Ferrajoli
Filosofia, giustizia, diritti. E’ in questo suggestivo contesto di discussione che si svilupperà da domani 6 novembre fino a sabato 8 Beccaria e i suoi autori. Adesioni, divergenze, contaminazioni, convegno internazionale dedicato a Cesare Beccaria e la sua opera fondamentale Dei delitti e delle pene, organizzato al Collegio Ghislieri di Pavia, storico polo d’eccellenza che accoglie 200 tra i migliori studenti iscritti all’Università della città. Come sottolinea il curatore del convegno Giuseppe Cospito, professore di Storia della Filosofia, “sono trascorsi più di 260 anni dalla pubblicazione del ‘libretto’ scritto dal marchese Beccaria per dimostrare non solo l’ingiustizia ma l’inutilità della tortura e della pena di morte, aprendo la strada per la loro progressiva abolizione in un numero sempre crescente di nazioni; la strada verso la loro universale messa al bando è tuttavia ancora lunga e incerta, e anche per questo vale la pena di tornare a riflettere sulle ragioni teoriche a riguardo portate nel Dei delitti e sulle loro radici filosofiche più profonde”.
Tra gli interventi anche una lectio magistralis del noto filosofo del diritto ed ex magistrato Luigi Ferrajoli, che all’opera di Beccaria ha dedicato scritti fondamentali. Il programma dei relatori mette in serie interventi dei massimi studiosi italiani e internazionali dell’autore del Dei delitti, dedicati – spiega ancora Cospito – “ai suoi rapporti con il pensiero di Hobbes e di Locke, del neoumanesimo giuridico italiano e del giusnaturalismo groziano, di Montesquieu e di Rousseau, di Condillac e di Hume, di Helvétius e di Diderot” ma saranno affrontate anche “la ripresa da parte di Beccaria di tematiche epicuree, il suo rapporto con Alessandro Verri e, infine, la presenza della sua opera in due fondamentali esponenti del pensiero filosofico novecentesco come Foucault e Derrida“.