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Report-Garante, Sangiuliano mandò i ricorsi a Ghiglia: “Caro Agostino, non chiediamo favori”. E lui attivò la segreteria “con urgenza”

Sangiuliano scrive al “garante” amico di partito: "Caro Agostino, nessun favore". Ma intanto le manda a Ghiglia che coinvolge la moglie di un deputato FdI. Poi la multa da 150 mila euro a Report

Il 13 ottobre 2024 l’ex ministro Gennaro Sangiuliano scrive ad Agostino Ghiglia, componente del Collegio del Garante per la Privacy in quota Fratelli d’Italia, e gli inoltra i due ricorsi presentati a nome suo e della consorte Federica Corsini sulla vicenda Boccia, cioè gli audio della conversazione per cui Report giovedì scorso è stata multata con 150 mila euro. Nel messaggio, mostrato in anteprima da Report, si legge: “Buona domenica, caro Agostino. Non chiediamo alcun trattamento di favore, ma solo i diritti di ogni cittadino».

Dopo aver ricevuto il messaggio, Ghiglia coinvolge Cristiana Luciani, che all’epoca faceva parte della sua segreteria. Luciani è moglie di Luca Sbardella, deputato di Fratelli d’Italia, membro della Giunta delle elezioni e della Commissione di Vigilanza Rai, con una lunga carriera nel settore dei dati personali e un passato al ministero della Cultura. Dal 2024 è Responsabile anticorruzione del Garante.

Secondo quanto anticipato da Report, Ghiglia le chiede di “incardinare subito procedimenti urgenti” sui reclami firmati dalla coppia Sangiuliano–Corsini. Intervistata, Luciani nega qualsiasi interferenza politica: dice che lavora al Garante da quindici anni, “ben prima che Fratelli d’Italia fosse al governo”, e che non le è mai stato chiesto di intervenire su un procedimento specifico. “Sta scherzando? Mi meraviglio, sono cose molto gravi che vengono dette”, replica alle domande.

Il punto, però, è politico oltre che istituzionale. Sangiuliano aveva negato di essersi rivolto al Garante, sostenendo che la segnalazione fosse stata presentata soltanto dalla moglie e dunque pur solidarizzando con Ranucci non poteva farci niente. “No, non sono stato io, è stata mia moglie, ha fatto lei l’istanza” aveva detto al Fatto Quotidiano. Ma il provvedimento del Garante, che ha inflitto la sanzione da 150 mila euro alla Rai, riporta entrambi i nomi in calce — Sangiuliano e Corsini — come segnalanti.

Non solo. Lo stesso provvedimento disponibile sul sito del Garante (scarica) riporta chiaramente: “VISTA la segnalazione presentata al Garante in data 8 dicembre 2024, con la quale Gennaro Sangiuliano, rappresentato dall’avvocato Silverio Sica, ha evidenziato di avere appreso, sulla base di alcune anticipazioni trasmesse dal programma “Report”,

Sangiuliano però il 22 ottobre scorso, cioé alla vigilia della decisione diceva il contrario. E lo faceva alle ore 15:43, vale a dire proprio mentre il “caro Agostino”, suo amico e collega di partito membro del collegio giudicante, si trovava già negli uffici di via della Scrofa, dove incontrerà Italo Bocchino e Arianna Meloni. L’indomani Ghiglia voterà per la sanzione.

E ora, la corrispondenza diretta con Ghiglia e l’intervento della sua segreteria rendono quella versione sempre meno credibile. Un episodio che aggiunge un tassello cruciale al mosaico già tracciato dalle ricostruizioni del Fatto: un collegio della Privacy attraversato da pressioni politiche, relazioni personali e conflitti d’interesse che minano l’indipendenza dell’Autorità chiamata, per legge, a garantirla. Ma ora si vede l’intera traiettoria: dall’inizio del procedimento con gli scambi Sangiuliano–Ghiglia–Luciani fino alla fine, con Ghiglia che si reca nella sede di Fratelli d’Italia e incontra Arianna Meloni alla vigilia del voto sulla sanzione.