Calcio

Un paesino di pescatori è campione di Svezia: alla scoperta del Mjällby, la squadra allenata da un preside

Un villaggio di 1485 abitanti nel profondo Nord, uno stadio in mezzo alle fattorie e un club gestito in modo popolare: così il Mjällby ha vinto il campionato

L’allenatore è il preside di un liceo, l’osservatore fa (anche) il postino e Standvallen – lo stadio casalingo a Hällevik – confina con un campeggio e una ventina di fattorie. Nove anni fa si era salvata all’ultima giornata evitando la retrocessione in quarta divisione, oggi il Mjällby è campione di Svezia per la prima volta nella sua storia. Soldi, ricchi imprenditori o sceicchi arabi non c’entrano: il successo del paesino di 1485 pescatori non nasce per caso. “Riceviamo spesso questa domanda: come state facendo? È importante dire che non lo facciamo solo da quest’anno, ci stiamo lavorando da tanti anni“. Lavoro, programmazione e una filosofia ben chiara: puntare sui giovani e sul sentimento popolare. Per una crescita organica e “studiata” conclusa con una stagione da record. Il villaggio dimenticato della Svezia – e tra i più remoti del Nord Europa – ha battuto la concorrenza delle grandi e si è guadagnata anche un posto nei prossimi preliminari di Champions League.

Sentimento popolare

Nella penisola di Listerlandet, dove la pesca e il lavoro nei campi sono il motore dell’economia, le fattorie e i porti lasciano spazio a un’impresa sportiva destinata a diventare un modello di crescita. Nella sede di Sölvesborg il Mjällby ha costruito un progetto vincente e duraturo: dopo la retrocessione in quarta divisione sfiorata nel 2016, la rinascita ha portato al risultato più grande dopo oltre 80 anni di storia. Come in Germania, anche la Svezia applica la regola del “50+1” che impone ai club professionistici di mantenere il controllo delle quote societarie (possedendo almeno il 50% più un voto) per impedire che investitori esterni acquisiscano il controllo maggioritario. Gli allenamenti sono sempre a porte aperte, la società è favorevole al dialogo e le decisioni vengono prese per il bene comune. Poi c’è il calcio giocato. E i numeri danno ragione ai gialloneri: il Mjällby ha trionfato nel campionato svedese con tre turni d’anticipo staccando le inseguitrici di 11 punti. La vittoria a Göteborg per 2-0 è il lieto fine di quello che dalle loro parti chiamano “mirakel” (“miracolo”).

L’allenatore-preside e il ds senza ufficio

Era un ex militare, ora è il preside di un liceo ed è l’allenatore dei campioni di Svezia. Tattico e giochista, Anders Torstensson non ha mai smesso di inseguire la sua più grande passione. Anche dopo aver ricevuto la diagnosi di leucemia linfatica cronica nel 2023: “Ho deciso di andare avanti, è stata dura dirlo alla mia famiglia, ma dopo 24 ore ho deciso che potevo scegliere tra continuare così o restare a piangere. Alla fine mi sono preso solo una settimana di pausa, e anche allora ho continuato a seguire la squadra. Poi sono tornato al 100% e sono felice”. Accanto a lui c’è la mente di Karl Marius Aksum, assistente allenatore norvegese che ha cambiato la filosofia della squadra, passando da uno schema difensivista a uno creativo e propositivo.

Tra i protagonisti del successo c’è anche un direttore sportivo che fino a qualche anno fa non aveva un ufficio né tantomeno un computer per lavorare. Faceva solo poche trasferte ed è – ancora oggi – il proprietario di un’azienda agricola di famiglia: “Ho venduto le mie prime fragole a 12 anni. Ho fatto guadagni e perdite ma di solito, se guardo un calciatore dal vivo e lo prendo, non sbaglio mai”. Dopo aver superato un tumore al cervello e un cancro alla prostata, Hans Larsson ha reso il Mjällby un caso di studio in tutta Europa. Erano soprannomanti “I cugini di campagna”, da oggi li chiameranno campioni di Svezia. Se a Sölvesborg puoi sognare di fare anche il calciatore, è merito del Mjällby.