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Tajani e Salvini dichiarano guerra all’aumento della tassa sugli affitti brevi: “Non lo votiamo, la norma va cambiata”

I due vicepremier contro la misura sulla cedolare secca in manovra. Il leader di FI: "Non se n'era mai parlato". E il capo della Lega si dice certo che la bozza cambierà

“Noi non potremmo mai votare una proposta del genere“. Alla conferenza di presentazione dell’evento “Stati generali della casa”, organizzato dal partito a Torino, il leader di Forza Italia Antonio Tajani dichiara guerra all’aumento della tassazione sugli affitti brevi previsto nella bozza della legge di bilancio, con la cedolare secca che tornerà al 26% senza più la riduzione al 21% introdotta lo scorso anno, sia per i privati sia per gli intermediari immobiliari. “Noi siamo assolutamente contrari, è una questione di principio, legata al valore fondamentale che per Forza Italia ha la casa, la dimora”, attacca a testa bassa il vicepremier. Si tratta, denuncia, di “un aspetto della manovra di cui non si era mai parlato“: “Faremo di tutto perché il testo sia modificato, o lo si modifica prima di inviarlo alla Ragioneria o lo si fa in Parlamento”. Il via libera (la “bollinatura”) del dipartimento contabile del ministero dell’Economia potrebbe arrivare già martedì, mentre il testo dovrebbe arrivare al Senato (la prima Camera in cui sarà esaminato) tra giovedì e venerdì per l’esame in Commissione.

Lunedì anche il portavoce degli azzurri, il deputato Raffaele Nevi, aveva lamentato che il partito non fosse stato informato della norma sugli affitti, definendola “profondamente sbagliata”. “Parlerò oggi stesso” con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, ha annunciato Tajani: “Per noi casa e forze dell’ordine sono la priorità. Non vedo perché sulle criptovalute ci debba essere un atteggiamento e sui proprietari di casa un altro”, dice, in riferimento a un’altra norma della bozza che abbassa la tassazione sulle criptovalute. Nel centrodestra “siamo tre forze politiche, noi non vogliamo decidere per gli altri ma neanche che gli altri decidano per noi. Faremo una battaglia, se non passa la faremo in Parlamento” dove “ci sarà la maggioranza per modificarla”, promette.

All’assalto di Forza Italia si unisce l’altro vicepremier, il leghista Matteo Salvini, dicendosi ”assolutamente” certo che la manovra cambierà: “La piccola proprietà va premiata. Capisco i grandi gruppi con mille appartamenti, ma la piccola proprietà con uno o due appartamenti con cui arrotonda stipendio e pensione non può essere punita“, dice a margine di un appuntamento a Milano. Già lunedì Salvini si era scagliato contro la norma: “Non mi sembra un buon modo di aiutare la domanda interna e l’iniziativa privata”. Un paradosso se si pensa che la manovra è firmata dal ministero dell’Economia guidato da Giorgetti, peso massimo della Lega. Il ministro è intervenuto al Consiglio federale in corso in via Bellerio per illustrare il testo, invitando – a quanto si apprende – a diffidare delle bozze in circolazione e aspettare il testo ufficiale. Il vertice del Carroccio, intanto, ha dato mandato all’unanimità a Salvini e ai capigruppo Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo di “intervenire in fase di conversione, qualora ce ne fosse necessità, per valutare l’aumento del contributo delle banche (attualmente di 4,4 miliardi, ndr) che sarà destinato al sostegno di sanità, famiglie e imprese”.

Anche da Fratelli d’Italia si alza qualche voce critica: “La tutela della proprietà privata e degli affitti brevi è da sempre al centro delle attenzioni di Fratelli d’Italia. In particolare, in una città turistica come Firenze siamo ben consapevoli quanto sia sentito il tema e come invece sia necessario individuare soluzioni che sostengano gli operatori che lavorano nel settore. In attesa di avere il testo definitivo, siamo certi che per i piccoli proprietari che gestiscono affitti brevi non ci sarà alcun aumento perché siamo consapevoli che rappresentino un valore aggiunto“, dice il senatore fiorentino Paolo Marcheschi. Il leader della “quarta gamba” della maggioranza, Maurizio Lupi di Noi moderati, tenta invece di minimizzare le divisioni: “Su 18 miliardi di manovra le entrare sugli affitti brevi sono cento milioni di copertura, pensare che una maggioranza si possa dividere su questo mi sembra un po’ esagerato. Mi sembra un dibattito surreale”.

A intervenire per sedare le polemiche interne alla maggioranza è il ministro della Difesa Guido Crosetto: “Ci sono riflessioni che occorre fare sulla manovra? Probabilmente sì, come ogni volta, per ogni manovra, perché come sempre ci sono cose che diventano chiare solo quando si leggono tutte le norme e si scorrono tutti i capitoli. I capitoli veri e non le tante bozze che sento commentare senza che si conosca la norma definitiva”, scrive su X. “Ciò detto”, prosegue, “siccome mancano più di due mesi all’approvazione finale e poiché ci sono impegni che si potranno assolvere in corso di manovra incassato l’ok europeo e confermata l’uscita dalla procedura di infrazione, come ci ha detto il ministro Giorgetti in Consiglio dei ministri, mi sembra inutile sprecare parole in sterili polemiche. Sto parlando esclusivamente del comparto difesa-sicurezza per alcuni temi che hanno giustamente allarmato il personale e del bilancio Difesa per altri più strutturali, ma non ho dubbi sulla sincerità degli impegni in corso di manovra offerta a me ed ai colleghi Piantedosi e Nordio dal ministro Giorgetti”, assicura il fondatore di FdI.