Scuola

Torna l’esame “di maturità”: meno materie e commissari. I sindacati: “Tagli che riducono la qualità della prova”

I commissari passano da sei a quattro, due interni e due esterni, più il presidente. Previsti anche dei corsi di formazione

Giuseppe Valditara ha archiviato definitivamente l’epoca di Luigi Berlinguer. Da quest’anno la dicitura “esame di Stato” ritornerà ad essere “esame di Maturità”. Ma non solo. In queste ore con il via libera del Senato al DL 127/2025 si passerà da sei a quattro commissari e l’orale verterà su quattro materie scelte a gennaio. A palazzo Madama sono intervenuti anche sul canale del 4+2, rendendolo ordinamentale, sulla carta docente, allargata ai supplenti e al personale educativo, e sui corsi Indire, che sono stati ulteriormente prorogati.

L’aspetto più rilevante riguarda proprio la prova finale che gli studenti della secondaria di secondo grado devono affrontare ogni anno. Anche Valditara – come ogni ministro che abbia messo piede in viale Trastevere – ha voluto metter mano all’esame. Dopo ventisei anni sparisce l’ufficialità e la dicitura “di Stato”.

Valditara – a seguito della protesta di alcuni ragazzi che l’estate scorsa avevano boicottato l’orale – aveva promesso di metter mano anche su questo: ora tutti i maturandi dovranno regolarmente sostenere il colloquio per poter essere promossi. Chi farà volontariamente scena muta sarà bocciato.

Ad alleggerire il lavoro degli studenti sarà, invece, il fatto che l’orale verterà su quattro materie che gli allievi conosceranno già a gennaio. Un compito più facile rispetto ad oggi dove i candidati devono partire da un testo scelto dalla commissione sul quale fare collegamenti interdisciplinari.

Cambia anche la “squadra” dei commissari: da sei a quattro, due interni e due esterni, più il presidente. E per tutti coloro che lo vorranno ci saranno dei corsi per formarsi a fare i commissari.

A criticare la nuova maturità è la Flc Cgil: “Questa misura comporta una riduzione della spesa pubblica, quantificabile in oltre trentacinque milioni di euro, ma permane la problematica relativa alla retribuzione delle commissioni, con compensi fermi al maggio 2007. È inoltre previsto che, come titolo preferenziale per la partecipazione agli esami, i docenti possano fruire di una formazione aggiuntiva, che certamente appare superflua per professionisti che lavorano ogni giorno sulla valutazione degli apprendimenti”.

“Un ulteriore elemento di criticità è rappresentato dal depotenziamento della commissione, la quale potrà attribuire soltanto 3 punti su 100, anziché 5, come previsto in precedenza”, sottolinea il sindacato.

Parole condivise dal numero uno della Uil Scuola, Giuseppe D’Aprile: “Ridurre da sei a quattro i commissari di maturità significa compromettere la qualità dell’esame e aggravare il carico di lavoro dei docenti. Inoltre, da troppi anni restano invariati i compensi di commissari e presidenti, fermi al 2007”.

Ad avere il via Libera dal Senato è stato anche il passaggio da sperimentale a ordinamentale sul canale del 4+2: dal prossimo anno tutti gli studenti potranno scegliere i nuovi percorsi di istruzione tecnica e professionale per accedere prima al mondo del lavoro. Un provvedimento che Gianna Fracassi definisce ironicamente come una “tempestiva programmazione” dei percorsi della filiera formativa tecnologico-professionale.

Infine, a far discutere è la proroga dei percorsi di formazione per specializzare un numero crescente di docenti di sostegno. “Non rileviamo – sottolinea D’Aprile – l’urgenza che giustifichi la proroga di ulteriori percorsi straordinari con l’Indire: la vera priorità deve essere quella di stabilizzare il personale e consentire la partecipazione al prossimo concorso Pnrr 3 anche a chi sta frequentando percorsi di specializzazione regolari come il Tfa decimo ciclo, valorizzando chi si sta formando in modo serio e coerente con le esigenze del sistema scolastico”.

L’aula del Senato ha approvato anche uno stanziamento di quindici milioni di euro per estendere l’accesso all’assicurazione sanitaria integrativa anche ai docenti con contratto al 30 giugno.
Ora la palla passa alla Camera per l’approvazione definitiva.