
Ben 2.569 contratti su 15.283 sono andati perduti. I giovani medici confermano di non voler lavorare nei pronto soccorso. Anaao e Associazione liberi specializzandi: "Preoccupati e amareggiati per i risultati ampiamente previsti e denunciati in anticipo a più riprese"
Il 17% delle borse di specializzazione medica non è stato assegnato. Su 15.283 contratti regionali a bando, ben 2.569 sono andati perduti. E, secondo le esperienze degli scorsi anni, la percentuale crescerà ancora nelle prossime settimane, quando al momento dell’immatricolazione una quota non trascurabile di camici bianchi rinuncerà a continuare il percorso. La specializzazione con meno borse assegnate rispetto al totale è ancora una volta medicina d’emergenza-urgenza, con il 45% dei contratti non assegnati. I giovani medici confermano di non voler lavorare nei pronto soccorso, non è una carriera attrattiva: i carichi di lavoro sono eccessivi e usuranti, per via della drammatica carenza di personale, non permette nessuna attività extra ospedaliera e causa gravi danni nei professionisti per via della moral injury.
A fare il quadro della situazione sono Anaao Giovani e Associazione liberi specializzandi (Als), che si dichiarano “preoccupati e amareggiati per i risultati delle assegnazioni del concorso di quest’anno, già ampiamente previsti e denunciati in anticipo a più riprese”. Analizzando più nel dettaglio le 36 scuole di specializzazione di medicina d’emergenza-urgenza, il dato è impietoso: su 976 contratti banditi, è stato assegnato solo il 55% degli stessi (537 contratti). E anche scuole fondamentali per la diagnosi e la terapia di malattie oncologiche, come anatomia patologica e radioterapia, hanno percentuali simili e altrettanto preoccupanti.
“Quest’anno il numero di contratti non assegnati è diminuito e questo è dovuto all’aumento del numero dei candidati – dichiara il presidente dell’Als, Massimo Minerva -. Ci auguriamo che il futuro ci riservi coerenza tra le necessità di specialisti e il numero di candidati. Ma con l’enorme numero attuale di iscritti alla facoltà di medicina, sarà molto difficile mantenere questo equilibrio”. “L’unica soluzione è riformare la formazione medica post-laurea, con un contratto di formazione-lavoro e istituendo i learning hospital – propongono Pierino Di Silverio, segretario nazionale di Anaao Assomed, e Giammaria Liuzzi, responsabile nazionale di Anaao Giovani -. Occorre inoltre una revisione dei fabbisogni di medici specialisti maggiormente calata sulle reali necessità del territorio e degli ospedali”.
“Siamo pronti a lavorare insieme per il bene dei giovani medici – concludono i vertici di Anaao Assomed e Als – chiediamo pertanto alla ministra Anna Maria Bernini di sederci ad un tavolo propositivo. Due sono le iniziative fondamentali per gli attuali concorrenti delle specializzazioni mediche: aumentare a sette gli scaglioni straordinari di scelta prima della presa di servizio; istituire una flessibilità di 45 giorni per la presa di servizio dei neo specializzandi”, concludono.