Giustizia

Tre medici indagati per omicidio colposo di Sylla Mamadou Khadialy, il 35enne morto in carcere dopo l’arresto

Due medici sotto indagine erano in servizio nel carcere di Santa Maria Capua Vetere mentre uno prestava servizio al 118. Sulla salma del 35enne sarà effettuata l'autopsia

Tre medici indagati per omicidio colposo in reazione alla morte di Sylla Mamadou Khadialy, il 35enne deceduto in cella venerdì 26 settembre dopo 24 ore dal suo arresto a Caserta. Due medici sotto indagine erano in servizio nel carcere di Santa Maria Capua Vetere mentre uno prestava servizio al 118. Sulla vicenda indaga la pm di Santa Maria Capua Vetere Alessandra Pinto, che ha disposto l’autopsia sulla salma: l’esame si terrà nel pomeriggio di oggi, mercoledì 1 ottobre, all’istituto di medicina legale.

La mattina del 25 settembre Khadialy era stato fermato alla stazione di Caserta in stato di forte agitazione. Secondo le ricostruzioni, il 35enne ha aggredito un uomo e stava per assalire una donna quando sono intervenuti tre agenti della Polfer, rimasti feriti durante l’intervento. Khadialy è stato condotto al pronto soccorso dell’ospedale di Caserta, dove gli sono stati fatti esami e gli sono stati somministrati dei farmaci calmanti, quindi è stato dimesso e portato all’ufficio della Polfer. Lì è di nuovo intervenuto personale sanitario, questa volta del 118, e anche in questa circostanza è probabile che il 35enne abbia dovuto prendere altri farmaci. Quindi c’è stato il trasferimento in carcere, dove la mattina di venerdì 26 settembre è morto.

Negli ultimi giorni i garanti dei detenuti della Campania, Samuele Ciambriello, e della provincia di Caserta, don Salvatore Saggiomo hanno chiesto chiarezza sulle cause del decesso. Nella serata di ieri sera, martedì 30, si è tenuta nella città campana una manifestazione in memoria del 35enne, con i partecipanti che richiedono “verità e giustizia per Sylla Mamadou”.