Calcio

“È il nostro torneo e le decisioni le prendiamo noi”: il vicepresidente Fifa risponde a Trump sul Mondiale 2026

Il tycoon aveva affermato: "Se pensiamo che una città possa essere anche solo un po' pericolosa per la Coppa del Mondo, sposteremo le partite"

“Spostare le partite dalle città ospitanti dei Mondiali del 2026 sarebbe una decisione della Fifa”, non di Donald Trump. Lo ha affermato il vicepresidente della Fifa Victor Montagliani, che ha risposto al tycoon in maniera decisa. Il presidente degli Stati Uniti ha parlato la scorsa settimana della possibilità di spostare le partite da città che considerava “pericolose”. Il riferimento era soprattutto per le partite che si giocheranno a Seattle (sei al Lumen Field) e a San Francisco (sei al Levi’s Stadium). Montagliani ha però insistito sul fatto che le decisioni su quali città ospiteranno le partite rimangono di competenza della Fifa. “È il torneo della Fifa, è di competenza della Fifa, la Fifa prende queste decisioni”, ha dichiarato alla Leaders Week di Londra all’Allianz Stadium.

Risposta secca e decisa da parte del vicepresidente Fifa, che ha voluto controbattere a Donald Trump. Il tycoon ha dichiarato la scorsa settimana che la sua amministrazione si sarebbe accertata che le città fossero “sicure”, aggiungendo che Seattle e San Francisco sono “gestite da pazzi di sinistra radicale che non sanno quello che fanno”. “Se pensiamo che una città possa essere anche solo un po’ pericolosa per la Coppa del Mondo, visto che si gioca in così tante città, non lo permetteremo”, aveva spiegato Trump.

Gli Stati Uniti ospiteranno infatti il torneo a 48 squadre insieme a Messico e Canada, ma tante partite si giocheranno proprio negli Usa. Le 11 città americane ospitanti sono Seattle, San Francisco, Atlanta, Boston, Dallas, Houston, Los Angeles, Kansas City, Miami, New York/New Jersey e Philadelphia.

Il Lumen Field di Seattle ospiterà sei partite della fase finale del Mondiale della prossima estate, mentre il Levi’s Stadium di Santa Clara, a un’ora di distanza da San Francisco, ne ospiterà altre sei. Montagliani ha affermato che il calcio è “più importante” della retorica politica polarizzata evidente negli Stati Uniti in questo momento, e ha aggiunto: “Con tutto il rispetto per gli attuali leader mondiali, il calcio è più importante di loro e sopravviverà al loro regime, al loro governo e ai loro slogan”.

Chiaro che l’organizzazione della competizione spetti alla Fifa, massimo organismo di governo del calcio, ma Trump potrebbe spingere per modificare eventualmente le sedi, visti anche gli ottimi rapporti con il presidente Fifa Gianni Infantino, che negli scorsi mesi gli ha anche regalato il trofeo originale del “Mondiale per Club” e gli ha permesso di rimanere sul palchetto insieme al Chelsea al momento della premiazione.

Montagliani ha infine parlato anche dellestensione della Coppa del Mondo a 64 squadre per il torneo del centenario nel 2030, un’idea proposta dalla confederazione sudamericana, ribadendo la sua opposizione. Ha invece aperto alla possibilità di ampliare la Coppa del Mondo per Club 2029 da 32 a 48 squadre. “Non vedo perché si debbano portare a 64 squadre. Non siamo solo noi, ma anche la Uefa e l’Asia a essere contrari”, ha affermato. “Ma la Coppa del Mondo per Club è stata un enorme successo. Dobbiamo capire cosa è fattibile, quali cambiamenti apportare al numero di squadre e alle presenze per ogni nazione che abbiamo avuto quest’anno”.