
Prima l'annuncio di Néstor Prieto dalla Flotilla: "Il Protocollo di intercettazione è stato attivato". Poi le operazioni in mare. Alessandro Mantovani, dalla Otaria: "La nave militare ha fatto un giro stretto intorno ad Alma e le ha fatto perdere il controllo di Starlink". Le imbarcazioni della spedizione si sono fermate, ma ora sono ripartite a velocità sostenuta
“La nave militare ha fatto un giro stretto intorno ad Alma e le ha fatto perdere il controllo di Starlink rendendo difficile la navigazione… riescono a parlare solo con la radio. Ora stanno ripetendo l’operazione con Sirius, la seconda barca nella catena di comando della Flotilla. Prima ci siamo fermati, ma adesso le barche sono ripartite a velocità sostenuta, siamo intorno ai cinque nodi”. Le parole di Alessandro Mantovani, inviato del Fatto a bordo della Flotilla, arrivano dalla notte del mare davanti a Gaza. Sono le 4,55. Gli israeliani sono arrivati, non hanno perso un minuto: appena le imbarcazioni sono entrate nella zona arancione è scattata l’operazione di intercettazione.
“Arrivano, arrivano”. Le voci hanno cominciato a diffondersi nel silenzio del mare. Il momento tanto temuto è arrivato, immediatamente tutte le 500 persone a bordo delle 45 imbarcazioni in rotta verso Gaza salgono in coperta. Indossano i salvagenti.
Gli israeliani sono comparsi poco dopo le 2. Alle 2,15 a bordo delle imbarcazioni è stato diramato il primo “interception alert”. Immediatamente i volontari hanno avviato le procedure di intercettazione: hanno preso a raccogliersi, in modo ordinato nonostante la tensione. Le procedure preparata per settimane finora stanno funzionando.
“Siamo entrati nella zona ad alto rischio. Siamo in stato di massima allerta. L’attività dei droni sulla flottiglia è in aumento”. Così scrive la flotta della Global Sumud Flotilla suoi canali social.
Intanto da bordo della Flotilla il politologo e giornalista Néstor Prieto conferma: “Il Protocollo di intercettazione è stato attivato“.
LA CRONOLOGIA:
Alle 3 proprio mentre gli israeliani si avvicinano, la fregata Alpino della Marina Militare Italiana si è fermata e ha mandato l’ultimo ‘alert’. Il Governo italiano di Giorgia Meloni ha deciso così.
Alle 3,01 un’imbarcazione militare israeliana si avvicina ad Alma, che guida la flotta delle 45 barche dirette a Gaza: “Emergenza su Alma dovuta a una nave estremamente vicina”, riportano subito i social della Flotilla. A bordo suona la sirena: “State calmi, siamo preparati”, chiede l’equipaggio.
L’operazione israeliana è cominciata a 130 miglia nautiche dalla costa di Gaza: altre imbarcazioni militari in avvicinamento a luci spente. Per adesso le barche non sono state fermate, ma i sistemi di comunicazione di diverse di loro hanno smesso di funzionare.
Yasmin Agar, membro dell’amministrazione della Flotilla Globale lancia un allarme: “Stanno cercando di destabilizzarci psicologicamente, crediamo che la nostra nave sarà attaccata questa notte”.
Sono le 3,48 quando su X uno dei partecipanti dichiara: “Tutte le imbarcazioni della Flotilla hanno effettuato i preparativi di emergenza per un’intercettazione”.
Alle 4,03 Benedetta Scuderi, europarlamentare dei Verdi imbarcata sulla flotta, lancia un messaggio: “Abbiamo visto l’esercito israeliano che sta arrivando e ci stiamo mettendo in posizione, non so quando potremmo riaprire le comunicazioni”.
“Le barche della Flotilla però per adesso non si sono fermate, anzi, la velocità viene aumentata a 4,5 nodi (termine nautico che indica le miglia marine)”, comunicano gli equipaggi da bordo.
Alle 4,40 Alma – dove si trova tra l’altro l’attivista Thiago Avila – è stata intercettata dalle forze israeliane che hanno compiuto un giro intorno allo scafo mandando in tilt la strumentazione di bordo e lo hanno costretto a una manovra di emergenza. Ma la navigazione del resto della Flotilla continua. Sirius ha preso la guida.
Sono le 4,54 e le imbarcazioni dell’esercito israeliano subito dopo aver intercettato Alma si sono dirette verso Sirius – che ora guidava la flotta – e stanno compiendo la stessa operazione per costringerla a fermarsi. L’equipaggio di Sirius si è disposto a prua, seduto, per dimostrare di non avere alcuna intenzione aggressiva. A bordo delle imbarcazioni israeliane si trovano gli uomini della squadra scelta Shayetet 13 specializzata proprio nell’intercettazione delle navi.
Ore 5,01 alcuni membri degli equipaggi della Flotilla avvistano quello che potrebbe essere un sommergibile. Intanto nella zona – dove sono le 6,01 – sta cominciando ad arrivare l’alba. La luce potrebbe rendere più complessa l’azione delle truppe israeliane.
Alle 5.06 la Flotilla decide di fermarsi. Finora nessun militare è salito a bordo delle imbarcazioni. Non ci sono state azioni aggressive nei confronti degli equipaggi anche se la situazione è concitata.
Sono le 5,24, la Flotilla ha ripreso a navigare a velocità sostenuta, “siamo intorno ai 5 nodi”, comunica il membro di un equipaggio. La situazione delle comunicazioni è estremamente caotica, i collegamenti audio e video vanno e vengono. Si sentono allarmi che suonano. Il comandante di una barca lancia il “may day” vedendo avvicinarsi le imbarcazioni militari.
Ore 5,34 la Flotilla tira dritta: “Siamo a meno di 145 miglia nautiche da Gaza”, afferma la Global Sumud Flotilla sui suoi social network. “Restiamo vigili, mentre entriamo nell’area in cui le precedenti flottiglie furono intercettate e/o attaccate”, scrive la spedizione. “Proseguiamo la navigazione, le minacce e dalle tattiche intimidatorie israeliane non ci scoraggiano”.
(articolo in aggiornamento)