Lavoro

Stellantis ferma di nuovo Cassino: nella fabbrica più giorni di stop che di lavoro nel 2025

I tre modelli assegnati a Cassino - Alfa Romeo Giulia e Stelvio, Maserati Grecale - sono poco richiesti sul mercato e quindi la fabbrica lavora a singhiozzo

C’è una fabbrica di Stellantis che racconta più di ogni altra il declino del gruppo in Italia. Lo stabilimento di Cassino, appena otto anni fa tra i più produttivi del gruppo, è ridotto a una scatola semi-vuota a causa dei modelli in produzione – due dei quali risalenti all’epoca Marchionne – incapaci di generare volumi. Così scarsamente attrattivi per i consumatori che da gennaio a oggi gli operai hanno trascorso più giorni a casa che al lavoro, tradendo la loro stessa funzione. Con gli ultimi 7 giorni di fermo delle linee Montaggio, Lastratura e Verniciatura, vuote da oggi fino a venerdì 3 ottobre compreso, il sito in provincia di Frosinone arriva al poco invidiabile record di un numero di giornate di fermo maggiore di quelle effettivamente trascorse negli impianti, ferie e festivi esclusi.

La colpa? Sempre la stessa: “Carenza di ordini”. I tre modelli assegnati a Cassino – Alfa Romeo Giulia e Stelvio, Maserati Grecale – sono poco richiesti sul mercato e quindi la fabbrica lavora a singhiozzo da anni. Il turno unico è ormai la routine e a volte non serve neanche quello come dimostrano i continui stop comunicati dalla direzione aziendale. Da gennaio a fine giugno sono state prodotte appena 10.500 vetture, un dato in netta discesa rispetto al 2024 e più basso rispetto persino ai mesi del lockdown per Covid. Basti pensare che nel 2017 i veicoli prodotti furono 135.263, con una media mensile maggiore al totale delle unità prodotte nel primo semestre di quest’anno.

Stellantis aveva annunciato che Cassino sarebbe stata rilanciata con le nuove motorizzazioni delle due Alfa, ma la produzione non è mai partita nonostante tutto fosse già pronto, perché le automobili full electric non stanno riscontrando l’apprezzamento del pubblico e si sta convertendo il progetto ad una motorizzazione ibrida. Se ne parlerà almeno nel 2027. Nel frattempo sono cominciati gli esodi incentivati, concordati l’11 giugno da azienda e sindacati, tranne la Fiom. Gli esuberi a Cassino sono 600, le uscite concordate sotto incentivo saranno 250 circa un decimo dei 2.400 dipendenti.