
Sudd Cobas denuncia che la proprietà di Alba "aveva in segreto da mesi smesso di pagare i canoni di affitto". A metà settembre gli operai erano stati malmenati durante un presidio
Dopo l’aggressione della titolare dell’azienda verso i dipendenti che manifestavano, ora arriva lo sfratto dallo fabbrica. Il sindacato Sudd Cobas denuncia che a Montemurlo, in provincia di Prato, il 24 settembre allo stabilimento dell’Alba, impresa attiva nel settore della stireria e confezione tessile, è stato “portato a termine uno sfratto esecutivo per morosità”. La proprietà “aveva in segreto da mesi smesso di pagare i canoni di affitto, mentre apriva i due stabilimenti di via Lecce e via Pomeria. I titolari erano ovviamente a conoscenza da molto tempo dello sfratto eseguito ieri”, spiega il sindacato.
Si tratta della stessa fabbrica i cui dipendenti, a metà settembre, erano stati picchiati con calci e pugni durante un presidio davanti ai cancelli della fabbrica, che confeziona capi per le griffe del lusso. Diciotto lavoratori, soprattutto di origine pakistana, afgana e bengalese, stavano scioperando per difendere i propri diritti quando la titolare di Alba ha cominciato a distruggere i gazebo del presidio e ad aggredire, insieme ad altre persone, gli operai.
“Siamo di fronte ad un modus operandi banditesco – si legge nel comunicato di Sudd Cobas – Avevamo denunciato come L’Alba stesse venendo trasformata in una scatola vuota. Da oggi, non c’è più nemmeno la scatola. Quale altra offesa alla loro dignità devono subire gli operai prima che i committenti si assumano le proprie responsabilità?”. Il sindacato aveva messo in luce come gli operai fossero vittima di un “sistema di scatole cinesi“. Fino a gennaio scorso, i lavoratori erano infatti formalmente assunti dalla Forservice Srls, pur svolgendo le loro mansioni con paghe da fame all’interno dello stabilimento di Alba. “A loro era applicato il contratto collettivo nazionale Pulizie, nonostante si trattasse di addetti allo stiro e al cucito, e alle paghe da fame si sommavano straordinari non pagati (erano costretti a lavorare gratuitamente tutti i sabati, ndr) e precarietà”, aveva spiegato Francesca Ciuffi di Sudd Cobas ai microfoni di Controradio a metà settembre.
A seguito delle prime mobilitazioni, a febbraio scorso era stato raggiunto un accordo che prevedeva l’assunzione diretta da Alba Srl con contratti a tempo indeterminato e l’applicazione del contratto nazionale del settore Tessile Industria. Secondo Sudd Cobas si è però subito capito che il progetto dell’azienda fosse invece quello di svuotare lo stabilimento principale attraverso subappalti a società controllate, aggirando in questo modo l’accordo sindacale. Ora l’azienda viene sfrattata dallo stabilimento, dopo mesi di affitti non pagati, mentre ne apre altre due, confermando i sospetti degli operai.