Ambiente

Sardegna, il progetto eolico in mare che non piace né ai Comuni né alla Regione. Ma i rilievi avanzano

“Ferma e forte contrarietà alla realizzazione del progetto”, a marzo 2023, sia da parte del Comune di Alghero che da quello di Porto Torres, per il parco offshore al largo della costa nord-occidentale. Possibiliste Legambiente e WWF, meno la Lipu

Si chiama Sardinia North West. È il progetto di Parco eolico offshore che la Avenhexicon – joint venture tra la società svedese Hexicon AB e l’investitore italiano di energie rinnovabili Avapa Energy srl – vorrebbe realizzare al largo della costa nord-occidentale della Sardegna, di fronte ad Alghero. Un progetto che, però, non piace né al Comune di Alghero né alla Regione. Possibiliste le associazioni ambientaliste Legambiente e WWF, meno la Lipu. Ma intanto sono state avviate le indagini preliminari in mare.

L’impianto è previsto a Capo Caccia, il promontorio che insieme a quello di Punta Giglio racchiude il Golfo di Porto Conte. Una porzione di mare che in virtù delle sue peculiarità dal 2002 fa parte dell’Area naturale marina protetta Capo Caccia-Isola Piana, individuata come Area Specialmente Protetta di Importanza Mediterranea, nella quale insiste anche una Zona Speciale di Conservazione.

“Dal 2022 affermiamo con chiarezza il nostro no a questo progetto. Il nostro territorio sta già pagando un prezzo ambientale elevatissimo”, spiega a ilfattoquotidiano.it il sindaco di Alghero, Raimondo Cacciotto. “Questa iniziativa è stata “calata dall’alto”, senza alcun coinvolgimento della comunità locale e senza che siano noti i reali impatti ambientali, paesaggistici ed economici”. Più complessa la posizione dell’Assessore regionale all’Urbanistica che a ilfattoquotidiano.it dice: “E’ necessario stabilire limiti chiari per distanze oltre le 24 miglia e per una piena compatibilità con ambiente, paesaggio, pesca e comunità costiere. La transizione energetica è doverosa, ma non può compromettere identità e territorio”.

Il progetto – A luglio 2022 l’Istanza al Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile per la richiesta della concessione demaniale marittima, valida per 30 anni. Concessione sulla quale è intervenuto con uno specifico atto di opposizione l’associazione ecologista Gruppo d’intervento giuridico. A febbraio 2023 arriva l’istanza al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica per la definizione dei contenuti dello studio di impatto ambientale. A novembre, ancora del 2023, la Commissione tecnica PNRR-PNIEC stabilisce che nella Redazione dello Studio di Impatto Ambientale “dovranno essere approfonditi e sviluppati con relativo livello di dettaglio” gli Aspetti ambientali, le Tutele Ecologiche e Biodiversità, un Piano di monitoraggio ambientale, l’impatto sui Beni culturali e Paesaggistici, oltre alle Misure di mitigazione e quelle di compensazione.

L’impianto con una potenza totale di 1350 megawatt, “si sviluppa, in mare aperto, a una distanza minima dalla costa sarda di 24 km. Su una superficie di circa 364 km quadrati”, si legge nello Studio preliminare ambientale realizzato da Mpower srl ad ottobre 2022. Spiegando che “è composto da 27 strutture di fondazione galleggianti ancorate al fondale, dotate ciascuna di 2 aerogeneratori, per un numero totale di 54”. Ognuno dei quali, costituito da una torre alta 177 metri e tre pale, per un diametro di 310 metri.

Il trasporto dell’energia prodotta e convogliata nella stazione elettrica di trasformazione, “avverrà tramite cavidotti subacquei per una lunghezza di 41 km fino al molo sopraflutto del porto di Alghero, e successivamente, attraverso cavidotti terrestri, fino alla Sottostazione di Fiume Santo, nel territorio di Sassari, per una lunghezza di 38 km, attraverso i territori dei Comuni di Alghero, Sassari e Porto Torres”. Un progetto, si legge ancora, che avrà tra i “Punti di forza” il fatto di essere posto “a una distanza tale dalle zone costiere da essere poco visibile dalla terraferma e dunque non impattare sulla skyline del paesaggio”. Ma sono in molti tra le istituzione coinvolte a pensarla diversamente. Molto diversamente.

Le amministrazioni locali – “Ferma e forte contrarietà alla realizzazione del progetto”, a marzo 2023, sia da parte del Comune di Alghero che da quello di Porto Torres. I quali si chiedono quale sia “l’utilità per la collettività, a fronte di tale imponente opera, di certo modificativa del territorio e del paesaggio. Nel progetto non è contemplata alcuna misura compensativa per la collettività”. Aggiungendo che “nessun accertamento è stato effettuato dal decisore statale circa la disponibilità della comunità locale di farsi carico degli esiti di un progetto, così impattante sul territorio e sulla gente che in questo territorio vive ed opera”. Sottolinea a febbraio 2023 l’Azienda Speciale Parco di Porto Conte che “il tracciato del cavidotto sommerso è ricompreso per 6,58 miglia nautiche nella Zona Speciale di Conservazione, mentre il cavidotto terrestre intercetta il margine orientale della stessa ZSC”. Circostanza per la quale entrambi verrebbero ad interferire con habitat di interesse comunitario. Anche per questo, scrive l’Azienda Speciale Parco di Porto Conte, “si dovrebbe includere la procedura di Valutazione di incidenza ambientale all’interno della Valutazione di Impatto Ambientale”. Richiesta fatta a marzo 2023 anche dall’Assessorato regionale alla difesa dell’Ambiente. ARPA Sardegna a marzo 2023 evidenzia la necessità che si realizzi “uno studio ad hoc dell’impatto visivo delle strutture offshore del parco”. Elencando le aree marino costiere sulle quali potrebbe interferire il parco eolico. Dalla Costa di Cuglieri all’Entroterra e la zona costiera tra Bosa, Capo Marargiu e Porto Tangone. Dal Lago di Baratz-Porto Ferro a Ls Arenas.

La posizione delle associazioni ambientaliste – Possibiliste Legambiente e WWF, meno la Lipu. “La complessità del progetto richiede la necessità di approfondimenti soprattutto per gli aspetti ambientali, più che paesaggistici, vista anche la distanza dalla costa”, spiega Mariagrazia Midulla, Responsabile Clima ed Energia del WWF. “Il paesaggio è un elemento valoriale per un paese come l’Italia e va tenuto in considerazione, ma è anche un elemento dinamico e non può divenire un pretesto per non realizzare impianti, soprattutto quando questi si collocano a grande distanza dalla costa, al punto da non risultare realmente visibili da essa”. Per Francesco Guillot, coordinatore regionale della Lipu “il progetto provoca forte perplessità. Per l’impatto violento che le opere in mare potrebbero avere sul Paesaggio nella sua complessità. Più specificatamente sull’avifauna marina”. Intanto a partire dal 2 settembre e fino al 30 ottobre, la Capitaneria di Porto di Alghero ha autorizzato la nave Eco One ad eseguire rilievi geofisici e campionamenti marini, per conto della società Avhex Ricciola, controllata del gruppo svedese Hexicon che punta a costruire il parco eolico offshore. L’opposizione prosegue. Ma, intanto, il progetto avanza.

(immagine di repertorio)