Giustizia

Vescovo “compagno” e “comunista”: Belpietro perde in tribunale e deve risarcire l’arcidiocesi di Modena-Nonantola

Al centro un articolo pubblicato su La Verità, che attribuiva a monsignor Castellucci un editoriale comparso sull'Unità. In realtà si trattava di una nota informativa sul portale della diocesi in cui il vescovo spiegava che a partire dell'autunno 2020 aveva deciso di "aiutare "Mediterranea", ong che si occupa del salvataggio dei migranti, elargendo periodicamente delle somme

Maurizio Belpietro, giornalista ed editore de La Verità, è stato condannato al risarcimento dei danni a favore di monsignor Erio Castellucci, arcivescovo di Modena-Nonantola, vescovo di Carpi e vicepresidente della Cei per l’Italia settentrionale. Al centro la “natura diffamatoria” dell’articolo “Il «compagno» mons. Castellucci rivendica i maxi bonifici a Casarini” con sottotitolo “con un articolo sull’«Unità» (con tanto di stella rossa marxista di fianco alla firma) l’arcivescovo di Modena esce allo scoperto e ci dà una notizia: i fondi di Mediterranea sono ancora più sostanziosi di quelli fino ad ora svelati”. Lo ha stabilito la sentenza 865/2025 del Tribunale di Modena pubblicata lo scorso 3 luglio, che rileva la falsità della notizia secondo cui Castellucci avrebbe scritto un editoriale sul quotidiano l’Unità in data 8 dicembre 2023. Il giudice ha inoltre stabilito che l’ammontare del risarcimento sarà concordato dalle parti, che hanno deciso di tenerlo riservato.

Stando ai fatti, l’articolo pubblicato su La Verità attribuiva a Castellucci un editoriale pubblicato dal giornale fondato da Antonio Gramsci, ma si trattava invece di una “Nota informativa sull’utilizzo delle somme assegnate alla carità del Vescovo” scritta sì da Castellucci, ma per il sito della propria arcidiocesi (chiesamodenanonantola.it) e pubblicata il 7 dicembre 2023 sulla homepage del portale. L’Unità avrebbe poi ripreso e pubblicato la nota senza informare l’arcivescovo, poi definito con leggerezza “comunista” e “compagno” da Belpietro nell’intento di screditare l’impegno pastorale di Castellucci verso gli ultimi. Il risarcimento dei danni dovuto da Belpietro sarà poi utilizzato per “progetti caritativi ed assistenziali”, si legge sul portale dell’arcidiocesi di Modena-Nonantola.

La “Nota informativa” allora pubblicata e citata anche da diverse testate giornalistiche, tra cui Avvenire e Gazzetta di Modena, è stata scritta durante la feroce campagna lanciata proprio da La Verità e da Panorama contro le diocesi italiane e le loro donazioni a Mediterranea nel contesto dell’inchiesta giudiziaria della Procura della Repubblica a carico di “Mediterranea Saving Humans – Aps” per presunto favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e violazione del codice della navigazione. Il suo scopo era quello di “offrire alcune informazioni relative alla sola arcidiocesi di Modena-Nonantola” a seguito della diffusione, “contro ogni garanzia costituzionale”, della corrispondenza privata dell’arcivescovo con Luca Casarini, che erano “totalmente estranee” alle indagini su Mediterranea.

Castellucci scriveva che a partire dell’autunno 2020 decise di “aiutare “Mediterranea” elargendo periodicamente delle somme attinte alla “carità del Vescovo”, alimentata da diversi contributi (tra i quali una percentuale dell’otto per mille affidata al Vescovo per interventi assistenziali), offerte liberali ed eredità o lasciti ricevuti in diverse occasioni e per diversi motivi, destinati a progetti da me scelti o concordati con i donatori, secondo le loro intenzioni”.

Una scelta in continuità con il magistero della Chiesa che, “nella fedeltà al Vangelo, è sempre prossima, specialmente là dove la vita e la dignità umana sono minacciate: aiuta i bambini non ancora nati e le loro famiglie, opera per l’educazione, soccorre chi si trova in situazioni di povertà in Italia e nel mondo; difende chi è perseguitato a causa della fede in Gesù e assiste i fragili e i malati”. In sostanza: “la Chiesa non può rinunciare a quella “storia della carità” tratteggiata da papa Benedetto XVI nella sua prima enciclica”. “Con questo animo – lo dico molto umilmente – ho cercato negli anni di ministero a Modena di valutare anche la destinazione delle somme affidatemi; come parte di quel servizio ai poveri per il quale, nel giorno dell’ordinazione episcopale, ho promesso di impegnarmi: “Vuoi essere sempre accogliente e misericordioso, nel nome del Signore, verso i poveri e tutti i bisognosi di conforto e aiuto?”, prosegue la nota.

Del resto le somme erogate dalla “carità del Vescovo” sono “tutte tracciabili attraverso i movimenti bancari” e “regolarmente contabilizzati dentro al bilancio della Diocesi“. Le stesse non sono destinate “solamente ai migranti“, ma a opere missionarie, laboratori formativi nella Casa circondariale Sant’Anna, progetti formativi e altri interventi con ricadute concrete sul territorio. “Ritengo in conclusione che il fine principale di questo attacco mediatico, portato avanti con quel tono sprezzante che nasconde sempre carenza di ragioni, sia di condizionare la libertà della Chiesa, per impedire il suo aiuto ai migranti naufraghi. La Chiesa però continuerà ad annunciare il Vangelo, celebrare i sacramenti e aiutare i poveri, compresi quelli che si imbarcano nel Mediterraneo per fuggire dalla fame e dalle guerre”, conclude la nota.