
Stop di 7 giorni sulla linea della Pandina, dieci per la Tonale. A casa anche gli operai di Madrid, Saragozza, Tychy, Eisenach e Poissy, dove c'è il rischio di smantellare il sito
Stellantis mette in pausa mezza Europa. Il gruppo franco-italiano sta annunciando una raffica di chiusura temporanee nelle sue fabbriche in Italia, Francia, Spagna, Germania e Polonia. E sullo stop al sito di Poissy, nell’Ile-de-France, c’è anche lo spettro della serrata definitiva nel medio periodo con la vendita dei terreni al Paris Saint-Germain per la costruzione del nuovo stadio. Intanto, la certezza è che si abbassa ulteriormente il ritmo della produzione.
In Italia a essere colpito è lo stabilimento di Pomigliano d’Arco, dove è recentemente stato annunciato il contratto di solidarietà per un anno. La fabbrica campana – casa della Pandina, l’auto più venduta nel nostro Paese – fermerà l’assemblaggio dell’utilitaria dal 29 settembre al 6 ottobre, mentre la linea dell’Alfa Tonale sarà vuota fino al 10. La chiusura investirà anche i reparti collegati di Stampaggio lamiera, Plastica, Lastratura Verniciatura, Logistica e Qualità. “Se Stellantis non presenterà al più presto un piano industriale che rilanci gli stabilimenti italiani e se il governo non incalzerà l’azienda per riportare in Italia i modelli produttivi, sarà difficile perseguire la strada della giusta transizione ecologica”, ha sottolineato Crescenzo Auriemma, segretario generale della Uilm di Napoli e Campania.
La Fiom ha ribadito la “necessità di un’azione urgente da parte del governo” ritenendo “indispensabile che la presidente del Consiglio convochi al più presto un tavolo”, è l’appello di Mauro Cristiani, segretario generale di Napoli, e Mario Di Costanzo, responsabile automotive di Napoli. “Alla luce delle nuove dichiarazioni è evidente che gli unici soldi investiti dall’azienda in Italia sono quelli stanziati per i licenziamenti incentivati, mentre l’implementazione delle nuove produzioni avviene al di fuori del nostro territorio dove il costo della manodopera è bassissimo”, hanno rimarcato chiedendo l’anticipo dell’avvio della produzione dei due modelli small previsto per il 2029. Già oggi, ha detto invece la Fim, i lavoratori “in media lavorano solo due giorni a settimana”: una “condizione insostenibile” che ora peggiora “ulteriormente”.
La decisione è arrivata, ha spiegato Stellantis ai sindacati che restano in attesa di una risposta dall’ad Antonio Filosa sulla richiesta di incontrarlo, con la consueta motivazione: “Contrazione di mercato”. Insomma, le richieste scarseggiano e la casa automobilistica non vuole ingolfare il proprio parco invenduto calibrando la produzione alle richieste. Una situazione che, questa volta, non riguarda solo l’Italia. A essere coinvolti nelle fermate sarebbero anche i siti spagnoli di Saragozza e Madrid, quello polacco di Tychy e la ‘casa’ di Opel a Eisenach, in Germania. Lunedì è inoltre stata annunciata ai sindacati la chiusura per almeno tre settimane dello stabilimento di Poissy, dove si produce l’Opel Mokka: i circa 2.000 addetti resteranno a casa dal 13 ottobre al 3 novembre. Un “evento senza precedenti a Poissy”, hanno sottolineato i sindacati francesi. Ma le difficoltà della fabbrica alle porte di Parigi rischiano di farsi ben più gravi.
Secondo i rappresentanti dei lavoratori – come riportato da diversi media transalpini – la direzione sta “accelerando il piano di chiusura dello stabilimento”. La produzione della Mokka è garantita fino al 2028 e al momento “non sono stati annunciati nuovi veicoli”, ha detto Jean-Pierre Mercier di SUD. La decisione di fermare Poissy, tra l’altro, arriva in un momento delicato, nel quale si susseguono voci di una possibile vendita dei terreni. Le Parisien sostiene infatti che il sindaco di Poissy, Sandrine Dos Santos, incontrerà a breve la presidente della regione, Valérie Pécresse, e la dirigenza del Paris Saint-Germain per discutere della realizzazione del nuovo stadio del club proprio sulle aree di di proprietà di Stellantis dove si trova lo stabilimento.