Tecnologia

“AI Leadership Readiness 2025”, la ricerca sullo sviluppo dell’Ai in Italia: solo il 6% delle aziende è Ai-driven

"L'Ai leadership index", l'indicatore che misura il livello di maturità delle aziende nell'integrazione dell'intelligenza artificiale nei processi aziendali si attesta a un modesto 41 su 100

Almeno per una volta, in Italia, il futuro si prospetta più roseo. Secondo la ricerca realizzata da altermAInd, “AI Leadership Readiness 2025”, una NewCo tecnologica specializzata in soluzioni digitali fondate sull’intelligenza artificiale, gli imprenditori italiani hanno uno sguardo fiducioso sul potenziale dell’AI per le imprese. Attualmente, però, le aziende italiane faticano ancora ad adottare l’intelligenza artificiale nei propri processi produttivi e nelle strategie d’azienda, soprattutto nella realtà delle piccole e medie imprese.

La ricerca ha preso come campione 231 professionisti di Pmi e aziende Corporate. Attualmente, solo il 6% delle aziende italiane può definirsi davvero azienda “AI-driven”, ovvero un’azienda che ha saputo integrare l’uso dell’Intelligenza Artificiale all’interno dei propri processi. Al contrario, il 42% delle imprese italiane rimane nella fascia “tradizionale”, senza cioè una strategia di implementazione dell’Intelligenza Artificiale nel proprio business. Infatti, l’AI Leadership Index medio, si attesta a un modesto 41 su 100, dato che evidenzia quanto il percorso da fare sia ancora lungo. Sono, però, le grandi aziende, circa due su tre, a fare un uso più sistematico e funzionale degli strumenti forniti dall’AI. E sono loro a guidare la trasformazione del Paese con un punteggio di maturità di 47/100. Quello delle Pmi si attesta a soli 34 punti.

Secondo l’indagine, i fattori che spingono maggiormente verso l’intelligenza artificiale sono una ricerca di efficienza operativa – segnalata dal 71% degli intervistati -, innovazione di prodotti e servizi (42%), miglioramento della costumer experience (38%) e ottimizzazione della gestione clienti (31%).

Le principali barriere che limitano un uso più sistematico dell’AI rimangono, purtroppo, la mancanza di competenze interne (53%) e la scarsa chiarezza sui casi d’uso (42%). Fattori che mettono in luce una diffusa carenza di visione strategica nonché l’assenza di una governance chiara e strutturata.

La ricerca evidenzia che solo il 13% delle aziende che investono in AI sviluppano internamente le loro soluzioni: la maggior parte preferisce collaborare con fornitori esterni, adottando modelli ibridi. E anche tra chi utilizza già queste tecnologie, meno della metà ha sviluppato delle linee guida interne trasversali, mentre il 61% dei leader possiede solo competenze basilari. Inoltre la scarsa formazione trasversale (25%) e la limitata collaborazione interfunzionale (23%) frammentano l’adozione, che resta spesso opportunistica e non trasformativa. Per scalare l’AI, serve un salto deciso su competenze, cultura e orchestrazione organizzativa.

“Non è più tempo di domandarsi se l’Intelligenza Artificiale rappresenti il futuro: la vera questione è come rendere l’AI parte integrante e strategica della crescita aziendale” afferma Filipe Teixeira, CEO di altermAInd. “I dati emersi dalla nostra ricerca mostrano chiaramente che la chiave per sbloccare tutto il potenziale dell’Intelligenza Artificiale risiede nelle persone. La vera AI Leadership si misura nella capacità di formare e coinvolgere”.

Guardando al futuro, le imprese italiane esprimono una visione promettente, come dimostra il punteggio medio di 12 su 20 relativo all’orientamento verso l’AI, che segnala una consapevolezza crescente del suo valore potenziale. Le imprese punteranno soprattutto a ottimizzare i processi interni, come confermato dal 55% degli intervistati. Altri investimenti riguarderanno gli strumenti di analisi predittiva e data intelligence, settori indicati dal 43% delle aziende. Circa il 38% investirà nel miglioramento della customer experience e nella progettazione di nuovi servizi o prodotti/servizi (33%), mentre il 24% è orientato verso strategie di marketing e comunicazione sempre più personalizzate.

I dati rivelano una crescente consapevolezza delle potenzialità dell’AI e la necessità, al contempo, di una maggiore integrazione e pianificazione strategica per sfruttarne appieno i benefici. Le barriere non sono solo tecnologiche: serve investire in leadership, consapevolezza e change management per costruire una strategia che vada oltre la sperimentazione garantendo competitività e innovazione alle imprese di ogni dimensione.