Cronaca

Nato, l’Italia valuta la partecipazione all’operazione Sentinella Orientale: nuovi caccia e ulteriori investimenti su difesa e sorveglianza aerea

Alcuni funzionari del governo Meloni hanno confermato l'aumento dell'impegno militare del nostro Paese sul fronte est dopo lo sconfinamento dei droni russi. Ma dalla Lega avvertono: "Gli interessi strategici del nostro Paese sono sul fianco sud. È lì che dovremmo concentrare gli sforzi"

Anche l’Italia sta valutando di aderire all’operazione “Sentinella Orientale” (Eastern Sentry), avviata dall’Alleanza Atlantica dopo lo sconfinamento di droni russi nei cieli polacchi. Nonostante il contributo già significativo alla difesa del fianco orientale della Nato – con 2mila uomini, quattro caccia F-35 nella base estone di Ämari, aerei da ricognizione radar e un sistema missilistico Samp-T – il nostro Paese potrebbe incrementare il proprio sforzo militare. Verranno schierati due nuovi caccia, probabilmente degli F-35, in alternativa degli Eurofighter. Inoltre, il periodo di permanenza del sistema di difesa aerea Samp-T, già dispiegato in Estonia, sarà allungato. Così come rimarrà operativo più a lungo del previsto il jet-radar Caew, importante per la sorveglianza aerea.

Sebbene non ancora formalizzata nei dettagli con l’Alleanza Atlantica, la decisione di partecipare all’operazione è stata anticipata da alcuni funzionari del governo a Corriere e Repubblica. Il governo Meloni la considera una mossa quasi obbligata sul piano militare, politico e diplomatico: l’adesione di Germania, Francia e Gran Bretagna all’operazione, ha messo pressione sull’esecutivo, che si sta giocando un ruolo diplomatico di primo piano nel sostegno a Kiev.

Mentre la Francia sta già trasferendo i suoi caccia Rafale in Polonia, l’Italia valuta le opzioni per lo schieramento. La soluzione favorita per i due caccia aggiuntivi rimane quella degli F-35 in Estonia. Tuttavia, si sta valutando anche la possibilità di partecipare a una squadriglia congiunta con tedeschi e britannici, impiegando degli Eurofighter che decollerebbero da una base polacca vicino all’enclave russa di Kaliningrad, il punto più sensibile dell’area.

Trattandosi di un potenziamento di una missione Nato già autorizzata, per questa operazione l’esecutivo potrebbe non passare dal Parlamento. Ma bypassare completamente le Camere potrebbe creare tensioni da un punto di vista politico: un ampliamento dell’impegno militare, oltre a dover fare i conti con le risorse finanziarie disponibili, dovrà fronteggiare la potenziale opposizione anche di una parte della maggioranza, in primis della Lega.

Le prime dichiarazioni in tal senso sono arrivate dal capogruppo del Carroccio al Senato, Massimiliano Romeo: “Abbiamo detto più volte che dal nostro punto di vista vanno concentrate la difesa e le spese per la difesa sul fianco sud dell’alleanza atlantica dove ci sono gli interessi strategici italiani: porti, aeroporti, cavi sottomarini, oleodotti e gasdotti con un focus molto forte sulla lotta al terrorismo e immigrazione: è lì che dovremmo concentrare” gli sforzi dove “l’immigrazione viene usata come arma ibrida contro l’Europa”. “Naturalmente – aggiunge – bisogna tenere presente il sostegno all’Ucraina che è assolutamente fondamentale”. Romeo ricorda l’impegno di Meloni che “ha dato garanzia che non verranno inviati soldati” e questo “è positivo, bene che ci abbia ascoltato”. Sull’invio di caccia replica: “Restiamo sempre dell’idea tutti gli sforzi vadano concentrati sul far lavorare la diplomazia: questo è l’obiettivo che ci poniamo a tutti i costi per sostenere il tentativo di Trump di arrivare alla pace”.