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Oggi la lotta dei palestinesi è patrimonio comune: vincere significa sovvertire il corso della storia

La Global Sumud Flotilla rappresenta la più grande missione umanitaria via mare dalla fine della seconda guerra mondiale. E avviene sotto bombardamenti terroristici militari mafiosi delle forze armate sioniste

La solidarietà nei confronti del popolo palestinese, come avevamo auspicato all’inizio della lotta quando eravamo davvero in pochi, sta divenendo un imponente movimento di massa, a livello nazionale e mondiale. Dopo il 7 ottobre del 2023 se parlavi di genocidio di fronte alla strategia sionista del governo israeliano venivi denunciato quale antisemita e fiancheggiatore di Hamas. La conoscenza della tragedia del popolo palestinese e la verità storica sul martirio che hanno subito nel corso dei secoli sta divenendo patrimonio comune.

La resistenza divenuta storica del popolo palestinese è un diritto e un dovere allo stesso tempo ed è un inno alla verità e alla giustizia. La fiducia che il popolo palestinese ha nel diritto internazionale nonostante le tremende ingiustizie subite suscita finanche commozione. Il merito principale, dal 7 ottobre ad oggi, del mutamento di sensibilità delle persone e dei popoli nei confronti della causa palestinese si deve soprattutto ai giovani per la sensibilità, la forza e il coraggio. A quei pochi intellettuali, politici e giornalisti che da subito si sono schierati senza calcoli e senza paura.

Oggi quello che sta accadendo a Gaza e in Cisgiordania è patrimonio collettivo e comune. Da ultimo la Global Sumud Flotilla rappresenta la più grande missione umanitaria via mare dalla fine della seconda guerra mondiale. E avviene sotto bombardamenti terroristici militari mafiosi delle forze armate sioniste.

Il consenso che accompagna la flotta per l’umanità è enorme e diffuso. Pensate che quando da sindaco di Napoli ospitavo la Freedom Flotilla nel porto di Napoli portando i miei saluti e il mio sostegno all’equipaggio per le missioni in Palestina, venivo tacciato dalla politica di regime e dal suo codazzo di pennivendoli di essere un fiancheggiatore e sostenitore di Hamas e dei movimenti terroristici palestinesi. Bisogna stare sempre dalla parte giusta della storia. Non come l’attuale sindaco di Napoli che si è schierato con i sionisti e non con la resistenza palestinese.

Mi auguro che la solidarietà e il sostegno al popolo palestinese che finalmente è divenuto di massa e che porterà ad aiutarli a resistere fino alla vittoria e alla conquista di tutta la terra, dal fiume al mare, non diventi oggetto di squallide strumentalizzazioni per finalità individuali o di parte, o peggio ancora per bieca speculazione politica da parte di politici e partiti alla ricerca di qualche voto alle prossime competizioni elettorali, a cominciare dalle imminenti elezioni regionali. La causa palestinese non può essere oggetto di speculazioni e strumentalizzazioni, è una lotta senza interessi, senza sosta, è soprattutto la madre di tutte le lotte degli oppressi contro gli oppressori.

Vincere questa battaglia significa cominciare a sovvertire il corso della storia: la vittoria della giustizia contro gli abusi del potere. Questa lotta forte e convinta l’abbiamo fatta a Napoli quando ero sindaco andando controcorrente e pagando prezzi anche in termini di consenso politico e di contrasto violento dei poteri forti. Ma ne siamo fieri: oggi il vento è diverso, ma il popolo palestinese rischia comunque lo sterminio con la soluzione finale del genocidio sionista; ora è il momento della resistenza più forte, che va praticata con unità e senza inutili e squallide divisioni.