Diritti

Spagna, in vigore i nuovi permessi per i genitori: più settimane retribuite e prime tutele per le famiglie monoparentali

Finora i genitori avevano diritto a 16 settimane retribuite al 100%. Con la riforma si passerà a 17 settimane pagate interamente, a partire dalle nascite successive al 31 luglio 2025

Da luglio scorso in Spagna sono cambiate le regole sui congedi legati alla nascita e alla cura dei figli. Con l’ultima riunione del Consiglio dei Ministri prima della pausa estiva, il governo ha approvato una riforma che riguarda sia le famiglie con due genitori, sia quelle monoparentali. Per la prima volta, inoltre, viene introdotta una retribuzione – seppur parziale – per il cosiddetto “permesso parentale”, cioè il periodo di assenza dal lavoro per la cura dei bambini fino a 8 anni. L’obiettivo dichiarato dell’esecutivo è duplice: facilitare la conciliazione tra vita familiare e professionale e portare la Spagna più vicina agli standard europei in materia di welfare familiare. Il cambiamento più immediato riguarda i congedi di maternità e paternità. Finora i genitori avevano diritto a 16 settimane retribuite al 100%. Con la riforma si passerà a 17 settimane pagate interamente, a partire dalle nascite successive al 31 luglio 2025.

Come oggi, le prime sei settimane dopo il parto saranno obbligatorie e continuative, mentre le restanti potranno essere distribuite liberamente entro i primi 12 mesi di vita del bambino. Una delle novità più attese riguarda i nuclei con un solo genitore. Dopo una sentenza del Tribunale Costituzionale del 2024, che aveva già equiparato parzialmente i loro diritti a quelli delle famiglie biparentali, il nuovo decreto porta il congedo da 26 a 32 settimane complessive. In pratica, lo Stato riconosce al genitore solo un periodo di assenza che copre anche le settimane che, in una coppia, sarebbero spettate all’altro genitore. Una misura che ha anche un valore simbolico: garantire pari opportunità di cura a prescindere dalla composizione familiare. Il cosiddetto permesso parentale, introdotto nel 2023, dava diritto a 8 settimane di assenza dal lavoro entro gli 8 anni di vita del figlio, ma senza alcuna retribuzione. Una formula che aveva reso la misura poco utilizzata, visto che molte famiglie non potevano permettersi di rinunciare allo stipendio. Dal 2025 cambierà: 2 delle 8 settimane saranno pagate al 100%, mentre le restanti 6 resteranno non retribuite. Inoltre, la norma avrà effetto retroattivo dal 2 agosto 2024, in linea con le direttive europee che obbligano gli Stati membri a garantire almeno una parte del congedo parentale retribuito.

I padri spagnoli tra i più attivi in Europa
La Spagna è già tra i paesi europei dove i padri utilizzano di più i congedi. Secondo dati diffusi nel luglio 2025, oltre l’80% degli uomini che ne avevano diritto ha usufruito del congedo nei primi 12 mesi di vita del figlio. Un livello molto più alto della media europea, favorito dal fatto che il congedo sia pienamente retribuito e in parte obbligatorio. Le nuove misure vengono viste come un passo avanti, ma non mancano le critiche. I sindacati lamentano che la retribuzione di sole due settimane del permesso parentale sia insufficiente, perché il carico principale della cura continua a pesare sulle madri. Le associazioni delle famiglie monoparentali, invece, accolgono positivamente l’estensione dei congedi, ma chiedono anche più sostegni economici e flessibilità sul lavoro. Il governo difende la riforma come un equilibrio tra vincoli di bilancio e necessità sociali, con un obiettivo chiaro: aumentare i bassi tassi di natalità e promuovere una divisione più equa dei compiti familiari. Con queste novità, la Spagna si conferma tra i paesi europei più avanzati nella tutela dei genitori. Resta però da capire se le misure avranno effetti concreti sulla vita quotidiana delle famiglie e se in futuro verranno rafforzate da ulteriori investimenti.