
I dati Inail sulle denunce di infortunio. Nel tragitto casa-lavoro 168 incidenti mortali
Sono state 432, nei primi sette mesi del 2025, le denunce di infortunio mortale presentate all’Inail al netto degli studenti, a cui la tutela assicurativa è stata estesa dal 2023. Le vittime sono tre in meno rispetto al 2024, ma si parla comunque centinaia di lavoratori che non sono più tornati a casa. Il confronto con gli anni scorsi racconta una strage: i decessi denunciati restano superiori al 2023 (+4) e al 2022 (+21), mentre calano nettamente rispetto ai picchi del 2020 (601) e del 2021 (543), segnati dalla pandemia. Rispetto al 2019, i numeri sono sostanzialmente fermi.
Se si rapportano i casi agli occupati Istat, l’incidenza passa da 1,87 morti denunciati ogni 100mila lavoratori nel 2019 a 1,78 nel 2025 (-4,8%). Certo non una inversione di tendenza. Anche la quota di incidenti “in occasione di lavoro” sul totale dei decessi resta stabile, al 72%, quasi invariata rispetto a sei anni fa.
Particolarmente allarmante la crescita degli infortuni mortali in itinere, quelli che avvengono nel tragitto casa-lavoro. Le denunce sono state 168 da gennaio a luglio 2025: +24,4% rispetto allo stesso periodo del 2024 e leggermente più del 2019. Oggi quasi tre decessi su dieci avvengono fuori dai luoghi di lavoro, durante spostamenti quotidiani.
Il bilancio varia molto da un territorio all’altro. Nel Sud i morti aumentano (da 92 a 104), mentre calano nel Nord-Est (da 94 a 91), al Centro (da 89 a 81) e nelle Isole (da 50 a 46). Veneto (+21), Piemonte e Basilicata (+6) segnano gli incrementi maggiori. Emilia Romagna (-20), Lazio (-19) e Lombardia (-9) i cali più significativi. Se si guarda alle singole regioni, spiccano gli aumenti del Veneto (+21 morti), del Piemonte e della Basilicata (+6 ciascuna), delle Marche, della Liguria e della Campania (+5). All’opposto, cali significativi in Emilia Romagna (-20), Lazio (-19) e Lombardia (-9). In Sicilia e nella provincia autonoma di Trento le denunce scendono di quattro unità.
Il calo riguarda soltanto le donne (da 27 a 23 denunce mortali), mentre per gli uomini i casi restano stabili (da 408 a 409). Crescono i decessi tra i lavoratori italiani (da 333 a 339), mentre diminuiscono tra gli stranieri (da 102 a 93). Guardando all’età, colpisce la crescita delle morti nelle fasce 30-34 anni (+4 casi), 45-49 (+7) e soprattutto 55-59 (+9). Calano invece tra i più giovani (20-29 anni, -8) e tra gli over 59 (-10).
Calano gli infortuni degli studenti coinvolti nei percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento, ma per la categoria aumentano le denunce totali di infortunio (49.970). I casi mortali denunciati all’Inail entro il mese di luglio sono sette come nel 2024, ma l’istituto ricorda che i dati sono “provvisori soggetti ai tempi di trattazione delle pratiche, soprattutto ai fini del loro riconoscimento”. La Lombardia è la regione che presenta più denunce (23% del totale nazionale; +3,9% sul 2024), seguita da Veneto (13%; +10,6%), Emilia Romagna (12%; -1,2%) e Piemonte (10%; +4%). Il 95% delle denunce riguarda gli studenti delle scuole statali, il restante 5% gli studenti delle scuole non statali e private.