
Il rapporto 2024-2025 dell'EDA fotografa un aumento del 19%: corsa al riarmo senza precedenti, spinta dal "mutato contesto di sicurezza". Kallas: "E' l'era della difesa europea"
La guerra in Ucraina e la svolta bellicista della Commissione spingono la spesa militare europea a un record storico: 343 miliardi di euro nel 2024, con un balzo del 19% sull’anno precedente. Un livello che, certifica il nuovo rapporto dell’Agenzia Europea per la Difesa (EDA), è già superiore a quello della Russia valutato a parità di potere d’acquisto, che si è attestato a 234 miliardi. Una corsa al riarmo senza precedenti, dunque, con gli investimenti in nuove attrezzature che per la prima volta superano i 100 miliardi, raggiungendo l’1,9% del Prodotto Interno Lordo combinato.
Secondo l’analisi dell’Eda, l’aumento è stato trainato in gran parte da “livelli record di acquisti di attrezzature e dai crescenti investimenti in ricerca e sviluppo“. Per la prima volta da quando vengono raccolti i dati, gli investimenti nella difesa hanno toccato i 106 miliardi, il 31% della spesa totale, la quota più alta mai registrata. Questa impennata, spiega l’Agenzia, “riflette la determinazione degli Stati membri a rafforzare le capacità militari dell’Europa in risposta all’evoluzione del contesto di sicurezza“.
Il rapporto, come detto, certifica che in termini di bilancio l’Ue nel suo complesso spende per la difesa più di quanto dichiarato sia dalla Russia (107 miliardi di euro) che della Cina (250 miliardi di euro) e la cifra resta ben superiore anche una volta valutata a parità di potere d’acquisto, per tener conto che in Russia i beni hanno costi inferiori. Un risultato ben diverso rispetto a quello, discusso, diffuso a inizio anno dall’International Institute for Strategic Studies, secondo cui la spesa militare di Mosca avrebbe superato quella di Bruxelles. L’Agenzia aggiunge alcuni caveat: è probabile, sottolinea, che sia la Russia sia la Cina “ottengano una maggiore efficacia dei costi nella spesa per la difesa grazie a prezzi interni più bassi, soprattutto in termini di risultati operativi, grazie a una pianificazione integrata, a una minore frammentazione e a costi ridotti di personale e strutture”. Morale: quel che manca alla Ue è un maggior coordinamento, non più soldi dedicati alle armi.
Nonostante la cifra europea record, il rapporto sottolinea comunque che la spesa rimane inferiore a quella di altre potenze militari come gli Stati Uniti, sostenendo la “necessità di investimenti sostenuti e di una maggiore collaborazione per massimizzare l’efficienza”. Le previsioni per l’anno in corso indicano del resto un’ulteriore, significativa crescita. L’EDA stima che la spesa per la difesa dell’Unione nel 2025 raggiungerà i 381 miliardi di euro, portando la quota al 2,1% del Pil. Per la prima volta, quindi, l’Unione supererebbe l’obiettivo del 2% fissato in passato dalla Nato. Gli investimenti in attrezzature dovrebbero salire a quasi 130 miliardi di euro e la spesa per Ricerca & Sviluppo a 17 miliardi.
“L’Europa sta spendendo cifre record per la difesa al fine di garantire la sicurezza dei nostri cittadini, e non ci fermeremo qui”, il commento dell’Alta Rappresentante dell’Ue, Kaja Kallas. “La difesa oggi non è un optional, ma è fondamentale per la protezione dei nostri cittadini. Questa deve essere l’era della difesa europea”. Più cauto il Direttore Esecutivo dell’EDA, André Denk: “È incoraggiante vedere gli Stati membri dell’Ue portare la loro spesa per la difesa a livelli record. Tuttavia”, ha avvertito, “il raggiungimento del nuovo obiettivo della Nato del 3,5% del Pil richiederà uno sforzo ancora maggiore, con una spesa totale di oltre 630 miliardi di euro all’anno”. Per questo, ha concluso, “dobbiamo cooperare strettamente, trovare economie di scala e aumentare l’interoperabilità”.