
Con l'arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca si registra un'impennata della spesa da parte degli Alleati dovuta alle minacce di disimpegno statunitense in caso di mancato rispetto della soglia minima stabilita nel 2014
Ci sono voluti undici anni dal vertice di Newport (Galles) del settembre 2014. Nel 2025, secondo le stime pubblicate dalla Nato, tutti i Paesi membri dell’Alleanza, eccezion fatta per l’Islanda che non è conteggiata, raggiungeranno l’obiettivo fissato del 2% del Pil in spese per la Difesa. Un traguardo arrivato a suon di miliardi spesi in armi e infrastrutture militari, in un contesto, specialmente quello europeo, nel quale si fatica a trovare le coperture per riforme a sostegno dell’economia e dei ceti meno abbienti. A fine anno, infatti, il totale dello sforzo Nato sarà di quasi 1.600 miliardi di dollari.
Con l’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca si è registrata un’impennata della spesa da parte degli Alleati dovuta alle minacce di disimpegno statunitense in caso di mancato rispetto della soglia minima stabilita nel 2014. Non fa eccezione l’Italia che è passata dai 18 miliardi di 11 anni fa ai 48 previsti per il 2025, con un balzo in avanti rispetto all’anno scorso di ben 13 miliardi (erano 32).
Gli Stati Uniti restano di gran lunga il primo Paese per spesa militare nella Nato con quasi 980 miliardi di dollari nel 2025, pari al 3,22% del Pil. Percentuale che registra una flessione rispetto agli anni passati, in linea con la posizione di Trump che ha più volte ribadito di non voler “pagare per la sicurezza di tutti”. Fra gli alleati europei spiccano il Regno Unito con 90,5 miliardi (2,40% del Pil), Francia con 66,5 miliardi (2,05%), Germania con oltre 93,7 miliardi (dato del 2024, pari al 2% del Pil), Italia con 45,3 miliardi di euro, 48,8 miliardi di dollari (il 2,01%), Spagna con 33,1 miliardi (2,00%) e Paesi Bassi con 26,1 miliardi (2,49%).
Se però si valutano gli sforzi dei Paesi europei in rapporto al Pil si nota che in testa si trovano quegli Stati membri che più degli altri si sentono minacciati dalla vicinanza geografica con la Russia di Vladimir Putin. La Polonia guida la classifica con una spesa militare al 4,48% del Pil (44,3 miliardi di euro), seguita da Lituania al 4% (3,6 miliardi), Lettonia al 3,73% (1,6 miliardi), Estonia al 3,38% (1,4 miliardi), Norvegia al 3,35% (16,5 miliardi) e Danimarca al 3,22% (14,3 miliardi).
Numeri che, messi insieme, portano a una spesa media tra i Paesi Nato del 2,76% del Pil, in aumento rispetto al 2,44% del 2023 e al 2,61% del 2024. Per Europa e Canada l’indicatore raggiunge il 2,27% contro l’1,74% di due anni prima e l’1,99% del 2024.