
Il procuratore capo smentisce categoricamente un articolo di Lettera43 su un’indagine nata dalla denuncia di un azionista di Piazzetta Cuccia sulle pressioni ricevute per aderire all'offerta di acquisto della banca che fa capo al ministero dell'Economia e a Francesco Gaetano Caltagirone. Ma il sito insiste
Grosse delusioni in vista per chi si aspettava che sarebbero stati i magistrati a chiudere, a stretto giro, il cerchio su Mediobanca-Mps, tanto da soffiare sul fuoco a mezzo stampa. Mercoledì 27 agosto, a meno di 10 giorni dalla chiusura dell’offerta senese su Piazzetta Cuccia, la Procura di Milano con un comunicato a firma del procuratore capo Marcello Viola, ha smentito categoricamente che siano “pervenuti ad oggi a questo ufficio esposti da chicchessia provenienti, corredati o meno da ‘registrazioni’, che rappresentino i fatti riferiti nell’articolo” pubblicato nella tarda mattinata dal giornale online Lettera43 dal titolo Terremoto in vista sulla vicenda Mps-Mediobanca le cui ricostruzioni, sottolinea il magistrato, “per tutto ciò che viene attribuito alla Procura di Milano, sono prive di ogni fondamento“.
L’articolo che ha scomodato il procuratore capo di Milano citava indiscrezioni raccolte a Palazzo di Giustizia e parlava di pressioni governative sui soci di Mediobanca per farli aderire all’offerta di acquisto del Monte dei Paschi di Siena, oltre che per bocciare la controfferta di Piazzetta Cuccia su Banca Generali. Secondo il sito di Paolo Madron, era stato “aperto un fascicolo dove si ipotizza il reato di concussione nei confronti di due membri di primo piano del governo” e, sempre secondo l’articolo, tutto era partito dalla presentazione di un esposto da parte di un socio, mentre “secondo fonti qualificate, vi sarebbero registrazioni in grado di documentare pressioni esercitate ai massimi livelli su alcuni soci di Piazzetta Cuccia perché aderissero all’offerta della banca senese e non partecipassero all’Ops della merchant bank milanese su Banca Generali”.
Fatti e ipotesi che però non risultano al naturale destinatario degli esposti che ha di fatto cancellato la notizia. Se fosse stata confermata, sarebbe stata un colpo al cuore del nascituro terzo polo bancario tanto voluto dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni e dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, primo azionista del Monte. E si sarebbe aggiunta all’indagine in corso sulle modalità con le quali, lo scorso inverno, il Tesoro ha venduto il 15% di Mps a Caltagirone, Delfin e Bpm tramite Banca Akros (Bpm). L’operazione, antecedente alla scalata di Mediobanca da parte del Monte che è ormai alle battute finali, è nel mirino dei magistrati che stanno da qualche mese stanno verificando l’ipotesi che ci sia stato un accordo occulto, un concerto, tra gli acquirenti e l’intermediario.
Resta da capire come e se si muoverà la Consob su questi ultimi fatti. Anche perché il sito insiste e in una nota pubblicata in calce alla smentita del procuratore, sottolinea come “nell’articolo però non si afferma che le registrazioni fossero agli atti della Procura: la loro esistenza è stata riscontrata da Lettera43 da fonti attendibili fuori dagli uffici giudiziari. Trattandosi di concussione – reato procedibile d’ufficio – la nota della Procura non esclude accertamenti o l’eventuale apertura d’ufficio di un fascicolo; si limita a registrare l’assenza di esposti e a negare ciò che sarebbe «attribuito alla Procura». Ne consegue che la comunicazione ufficiale non incide sulla sostanza dei fatti riportati ed è pienamente compatibile con un fascicolo d’ufficio. Resta semmai da chiarire chi detenga le registrazioni e perché non siano ancora state acquisite agli atti”.