La formazione portoricana dove gioca l'atleta italiano ha il primo match point (è in vantaggio 3-1 nella serie) ma gli avversari potrebbero non scendere in campo

Danilo Gallinari potrebbe vincere il primo scudetto della sua vita a tavolino. Sembra assurdo, ma è così. Il cestista italiano – che Gianmarco Pozzecco attende in vista degli Europei di basket – sta disputando le finali playoff per il titolo a Porto Rico, dove gioca con i Vaqueros de Bayamon, contro i Leones De Ponce. Nella notte tra l’11 e il 12 agosto si dovrebbe infatti giocare gara 5, con il team di Gallinari che – in vantaggio per 3-1 sugli avversari – ha il primo match point. E usiamo il condizionale perché la partita potrebbe non giocarsi.
Il motivo? I rivali, i Leones de Poce, sono stati colpiti da una epidemia influenzale e la sindaca della città di Ponce, Marlese Sifre, ha invitato sui social la squadra a non scendere in campo questa notte per gara 5. Da capire adesso cosa decideranno gli avversari, ma il dubbio permane e in caso di mancata presentazione, il team di Gallinari vincerebbe lo scudetto a tavolino. Il cestista italiano tra le altre cose ha anche saltato le prime due partite della finale dopo il morso di squalo subito dalla moglie Eleonora Boi.
“Se la squadra non è in condizioni di giocare domani, non dobbiamo giocare. La salute dei nostri giocatori deve sempre essere una priorità. Esporli in condizioni fisiche limitate e malati è un atto ingiusto, che può sfociare nell’abuso e nell’irresponsabilità. Lo sport si vive con passione, ma anche con rispetto e responsabilità”, ha spiegato la sindaca Marlese Sifre in una nota ufficiale.
La nota poi prosegue: “Questo va oltre le regole, è un atto di coscienza sanitaria, perché sappiamo che i sintomi sono evidenti e soprattutto altamente contagiosi, il che può influenzare molte persone e creare una situazione incontrollata nel paese. Se la Lega o la Federazione, o chi di competenza, non prende in considerazione questo, allora credo che noi abbiamo il dovere di farlo. Lo sport è vita, è salute, ma non può mai essere calpestato né imposto con la forza. E se fosse il contrario, e stesse accadendo a un’altra squadra, sarei d’accordo comunque. E no, non si tratta di paura, si tratta di un atto di empatia e solidarietà, e di salute…”.