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Gaza, oggi la decisione di Israele sull’occupazione totale: “Un milione di sfollati”. Capo dell’esercito: “Porterà in un buco nero”

La campagna durerà 4 o 5 mesi: prima l'evacuazione, poi l'invasione al centro nord per spingere i residenti verso sud. I famigliari degli ostaggi chiedono all'esercito di non dare l'ok: "Troppo rischioso". I ministri: "Il nostro parere? Tanto decide Netanyahu"

Malgrado il no di 600 ex capi e dirigenti di Idf e Servizi, oggi Israele dovrebbe approvare un piano per occupare vaste aree della Striscia di Gaza, con lo sfollamento di circa un milione di palestinesi, cercando di scoraggiare ogni ritorsione di Hamas contro gli ostaggi. La convocazione del gabinetto di sicurezza da parte di Netanyahu è prevista per le 18 ora locale, le 17 in Italia. Secondo diversi media israeliani – tra cui Ynet e l’emittente pubblica Kan – la campagna militare dovrebbe durare quattro o cinque mesi. Lo scopo dell’occupazione sarebbe distruggere ciò che resta di Hamas per ottenere la liberazione di 50 ostaggi ancora detenuti, circa 20 ancora vivi, dopo il fallimento dei recenti colloqui per un accordo.

I contrasti di Netanyahu con l’Idf – Il piano eluderebbe gli avvertimenti di alti ufficiali militari sui rischi per gli ostaggi detenuti. I vertici militari hanno ricevuto l’esortazione dei familiari degli ostaggi ad opporsi al piano di occupazione. Il capo di stato maggiore Eyal Zamir, dopo aver già espresso dubbi e preoccupazioni con l’invito di Netanyahu a dimettersi, ha difeso l’indipendenza di giudizio e l’imparzialità delle Forze militari: “La cultura del dissenso è parte integrante della storia del popolo d’Israele e rappresenta un elemento fondamentale nella cultura organizzativa dell’Idf. Continueremo a esprimere la nostra posizione senza timore, in modo oggettivo, indipendente e professionale. Non ci occupiamo di teorie, ma di vite umane e della difesa dello Stato. Solo il suo bene e la sua sicurezza sono davanti ai nostri occhi”, ha dichiarato Zamir in una nota citata dal quotidiano israeliano Haaretz. La posizione di Zamir è che sia molto rischioso intraprendere la campagna, soprattutto senza una decisione chiara su ciò che verrà dopo. Secondo indiscrezioni negli ultimi giorni Zamir avrebbe detto ai collaboratori che “la conquista della Striscia trascinerà Israele in un buco nero“.

I ministri: “Il nostro parere? Tanto decide Netanyahu” – Diversi ministri del governo israeliano hanno ammesso, parlando in forma anonima con Ynet, che “il gabinetto è diventato un organismo privo di contenuto. Un timbro di gomma che non vale nulla perché è già tutto deciso in anticipo“. “Tutte le decisioni – hanno detto – sono prese da Netanyahu. Fughe di notizie, scontri a fini d’immagine con il capo di stato maggiore, discussioni inutili e ministri esclusi: così appare la situazione dietro le quinte”.

La prima fase: evacuazione a Gaza city e infrastrutture per gli sfollati – Secondo Channel 12, il piano si dividerebbe in due fasi. Nella prima, Israele lancerebbe l’avviso di evacuazione ai residenti di Gaza City (circa un milione di persone): durerà diverse settimane, il tempo necessario per costruire ospedali e campi per gli sfollati nella zona centrale di Gaza. Nella seconda fase il via all’offensiva militare, con l’annuncio di Donald Trump del potenziamento degli aiuti umanitari in coordinamento con Israele. Un piano alternativo sul tavolo, secondo l’emittente Kan, sarebbe quello di circondare Gaza City e il centro di Gaza, bloccare gli aiuti a quelle aree e lanciare raid mirati, piuttosto che una conquista completa.

Seconda fase: l’occupazione al centro nord, gazawi spinti a sud, il discorso di Trump – La mossa iniziale della campagna militare sarebbe la conquista di Gaza City e della parte centrale della Striscia, spingendo circa la metà della popolazione dell’enclave verso sud, nella zona umanitaria di Al-Mawasi. I centri di distribuzione degli aiuti si espanderanno, con donazioni da circa un miliardo di dollari dagli Stati Uniti e da altri Paesi, secondo l’emittente Channel 12. Stando alla tv pubblica israeliana Kan, oltre a Gaza City nel nord, il piano prevede di estendersi ai campi nella Striscia centrale. Così la popolazione civile verrà ulteriormente spinta verso sud. Si svolgeranno manovre nelle aree in cui si ritiene siano tenuti gli ostaggi, con l’obiettivo di evitare loro qualsiasi danno.

No all’occupazione dalle famiglie degli ostaggi – Il quotidiano Times of Israel prevede l’approvazione del piano da parte della maggioranza del Gabinetto, malgrado nel governo israeliano ci siano voci contrarie all’occupazione di Gaza. Anche l’opinione pubblica è divisa: migliaia di persone scenderanno in piazza questo pomeriggio in tutto Israele – durante la riunione del gabinetto di sicurezza – chiedendo il rilascio degli ostaggi e lo stop alla guerra.

Una protesta rilanciata sui social dalla madre dell’ostaggio Matan Zangauker. La donna ha invitato gli israeliani ad unirsi alla manifestazione, denunciando “il punto di non ritorno” per un accordo sul rilascio degli ostaggi. Il premier Benjamin Netanyahu – ha scritto Einav Zangauker su X – aveva promesso che avrebbe cercato di raggiungere un accordo per liberare gli ostaggi, “ma ha approfittato del mio dolore, di quello delle famiglie, di tutta la nazione ferita e ha mandato all’aria l’accordo”. “Chi parla di un accordo globale – ha proseguito la donna – non va a conquistare la Striscia e mette in pericolo ostaggi e soldati (…). Netanyahu e i suoi partner stanno per condannare” Matan “a morte”, ha aggiunto in una dichiarazione video, invitando i manifestanti a “inondare le strade della nazione a partire da stasera”.

Secondo Times of Israel, il Forum delle famiglie degli ostaggi non si è unito alle dichiarazione di Zangauker, preferendo rilasciare una nota separata. Il documento esorta il capo dell’Idf Zamir e tutti i comandanti delle Idf ad opporsi al piano, in vista della riunione del gabinetto di sicurezza israeliano: “Capo di Stato Maggiore, le chiediamo di rimanere saldo. Lei è il comandante supremo. Non acconsenta a mettere in pericolo i nostri cari”, si legge nella dichiarazione. Secondo il forum, l’80 percento dell’opinione pubblica sarebbe favorevole a un accordo per una tregua a Gaza con la liberazione di tutti i 50 ostaggi, inclusi i 28 probabilmente uccisi. “Qualsiasi altra decisione sarebbe chiaramente disumana e comporterebbe un disastro per gli ostaggi e per l’intero Israele”, dichiarano i famigliari. Il capo di stato maggiore Zamir aveva già informato nei giorni scorsi il gabinetto, sulle difficoltà di un’operazione di conquista dell’enclave: “Ci vorrebbero anni”, aveva allertato.

L’ex n. 1 dell’intelligence contro il piano di occupazione – Amos Yadlin, già a capo dei servizi militari israeliani, ha denunciato al quotidiano Maariv tutti i rischi dell’operazione militare. L’occupazione su vasta scala di Gaza richiederebbe risorse astronomiche e probabilmente “condannerebbe” i prigionieri israeliani ancora detenuti nell’enclave, ha dichiarato Yadlin. “Stiamo parlando di due milioni di persone e di un regime militare; persone disperate con case distrutte, senza ospedali né scuole (…) Se fossi oggi nel governo – ha aggiunto – esporrei le implicazioni. A mio avviso, condannerebbe gli ostaggi. Dopo 22 mesi, l’esercito israeliano sa come conquistare la Gaza in superficie, ma non sa come conquistare la Gaza sotterranea o salvare gli ostaggi”.

Nel frattempo a Gaza si continua a morire – Almeno 98 palestinesi, tra cui 51 persone che cercavano di accedere agli aiuti umanitari, sono stati uccisi e 603 sono rimasti feriti negli attacchi israeliani in tutta Gaza nelle ultime 24 ore, ha riferito il ministero della Salute dell’enclave. Ne dà notizia Al Jazeera. Il conteggio include quattro persone che sono morte di fame nelle ultime 24 ore, portando il bilancio delle vittime legate alla fame a 197, tra cui 96 bambini. Due corpi sono stati recuperati dalle macerie di precedenti attacchi israeliani. La guerra di Israele contro Gaza ha ucciso un totale di 61.258 palestinesi e ne ha feriti 152.045 dal 7 ottobre 2023, ha aggiunto il ministero. Il numero totale di persone uccise mentre cercavano di accedere agli aiuti dal 27 maggio ha raggiunto quota 1.706, con più di 12.030 feriti.