
Incontro di tre ore tra l'inviato Usa, Steve Witkoff, e il presidente russo. Il tycoon: "Sono stati fatti grandi progressi. Tutti concordano sul fatto che questa guerra debba finire". Ma sullo sfondo resta la possibilità di sanzioni secondarie contro i Paesi che acquistano energia dalla Russia
Steve Witkoff ha incontrato Vladimir Putin al Cremlino nella sua quinta visita in Russia quest’anno. Il faccia a faccia è durato circa tre ore. L’inviato speciale di Donald Trump si trova nella capitale russa per una missione dell’ultimo minuto volta a cercare una svolta nella guerra in Ucraina. Entrambe le parti hanno dichiarato che il vertice è stato positivo. “I russi sono ansiosi di continuare a interagire con gli Stati Uniti”, ha riferito un funzionario della Casa Bianca ad Axios, specificando però che le sanzioni secondarie per i Paesi che acquistano energia dalla Russia “potrebbero comunque essere applicate a partire dall’8 agosto”.
Nel frattempo il presidente statunitense ha sentito telefonicamente il leader ucraino Volodymyr Zelensky. “Proprio mentre mi recavo dalle nostre brigate qui nella regione di Sumy, ho parlato con il presidente Trump della conversazione che ha avuto luogo a Mosca”, scrive Zelensky in un post sui social. “La nostra posizione comune con i nostri partner è assolutamente chiara: la guerra deve finire. E deve essere una conclusione onesta“, ha aggiunto. “Alla conversazione – prosegue – hanno partecipato anche i leader europei e sono grato a ciascuno di loro per il sostegno“. Hanno partecipato i leader di Gran Bretagna, Germania, Finlandia e il segretario della Nato, Mark Rutte.
Il colloquio con Witkoff è stato “molto utile e costruttivo“, ha detto il consigliere presidenziale russo Yuri Ushakov. Durante l’incontro Putin “ha trasmesso alcuni segnali” sulla questione ucraina a Trump, e ha a sua volta “ricevuto segnali corrispondenti” dal presidente americano. Quanto agli argomenti trattati, ha aggiunto il consigliere russo, “prima di tutto, naturalmente, c’è la crisi ucraina, e il secondo tema sono state le prospettive di possibile sviluppo della cooperazione strategica tra Usa e Russia”. “Prevarrà il dialogo“, ha scritto su X l’inviato del Cremlino per gli investimenti esteri e direttore del Fondo per gli investimenti russo Kirill Dmitriev.
L’incontro è stato definito “produttivo” anche da Trump: “Sono stati fatti grandi progressi“, ha scritto il presidente Usa sul social Truth. “Ho aggiornato alcuni dei nostri alleati europei. Tutti concordano sul fatto che questa guerra debba finire, e lavoreremo per questo nei giorni e nelle settimane a venire”, conclude il post di Trump. Tanto che la sua portavoce, Karoline Leavitt, ha poi aggiunto che “aperto a incontrare” il presidente russo Vladimir Putin e l’omologo ucraino Volodymyr Zelensky. “I russi hanno espresso il desiderio di incontrare il presidente Trump, e il presidente è disponibile a incontrare sia il presidente Putin che il presidente Zelensky”.
Il Financial Times riferisce che l’amministrazione Trump sta valutando l’imposizione di sanzioni alla “flotta ombra” di petroliere russe se Putin non accetterà un cessate il fuoco entro venerdì. L’inserimento delle navi della flotta nella lista nera segnerebbe la prima volta che gli Stati Uniti impongono sanzioni contro Mosca da quando Trump è tornato alla Casa Bianca a gennaio, commenta il giornale. La Russia ha utilizzato una flotta ombra composta in gran parte da petroliere obsolete per trasportare petrolio in tutto il mondo, nel tentativo di eludere le restrizioni occidentali. I proventi di queste esportazioni di greggio hanno contribuito a finanziare il conflitto.
Il termine “flotta ombra” si riferisce a navi la cui proprietà è nascosta e che evitano di utilizzare i servizi delle compagnie occidentali, spiega l’Ft, sottolineando che è difficile applicare sanzioni ai loro proprietari, anche se recentemente le misure rivolte alle navi stesse si sono dimostrate efficaci. L’amministrazione Biden ha aggiunto 213 navi cargo, incluse le petroliere, alla lista delle sanzioni, mentre Trump finora ha rinviato l’imposizione di ulteriori sanzioni alla Russia nel tentativo di garantire un accordo negoziato per porre fine alla guerra.
Trump, sempre più frustrato con Putin per la mancanza di progressi verso un cessate il fuoco, ha minacciato di imporre dazi elevati ai paesi che acquistano prodotti russi. Il tycoon sta esercitando una pressione particolare sull’India, che insieme alla Cina è un grande acquirente di petrolio russo. Il Cremlino afferma che le minacce di penalizzare i paesi che commerciano con la Russia sono illegali.
È improbabile, riferisce Reuters, che Putin si pieghi all’ultimatum di Trump sulle sanzioni perché ritiene di essere in vantaggio nella guerra contro Kiev e i suoi obiettivi militari hanno la precedenza sul suo desiderio di migliorare le relazioni con gli Stati Uniti, hanno detto all’agenzia tre fonti vicine al Cremlino. Ma secondo Bloomberg, che cita fonti vicine a Mosca, il Cremlino starebbe valutando la possibilità di offrire agli Stati Uniti concessioni che potrebbero includere una tregua aerea con l’Ucraina.