Politica

Migranti, furia del governo dopo la sentenza Ue: “Non è loro competenza”. L’Anm: “Nessuno remava contro”

Reazione di fuoco di Palazzo Chigi: "Sorpresi. Superato il Parlamento sovrano". La sentenza ha scatenato le opposizioni che parlano di "fallimento" e "figuraccia" di Giorgia Meloni e dei suoi ministri

A Palazzo Chigi sono andati su tutte le furie per la sconfessione da parte della Corte di giustizia Ue della linea del governo sui “Paesi sicuri” alla base del protocollo Italia-Albania sui rimpatri accelerati dei richiedenti asilo. La sentenza dei giudici del Lussemburgo demolisce l’impianto normativo e così il governo si dice “sorpreso” dalla decisione e va all’attacco: “Ancora una volta la giurisdizione, questa volta europea, rivendica spazi che non le competono, a fronte di responsabilità che sono politiche”.

A brindare è invece l’Associazione nazionale magistrati perché, spiega il presidente Cesare Parodi, il pronunciamento della Corte Ue dimostra che “nessuno ‘remava’ contro il governo” quando i tribunali non riconoscevano la legittimità dei fermi dei migranti ma “era stata proposta una interpretazione dai giudici italiani che oggi la Corte dice essere corretta”. Una precisazione “senza polemiche – sottolinea Parodi – ma per amore di chiarezza”.

Per l’esecutivo, invece, i giudici lussemburghesi, chiamati in causa dal Tribunale di Roma, hanno deciso di “consegnare a un qualsivoglia giudice nazionale la decisione non sui singoli casi, bensì sulla parte della politica migratoria relativa alla disciplina dei rimpatri e delle espulsioni degli irregolari”. In questa maniera, sostiene Palazzo Chigi, “per l’individuazione dei cosiddetti Paesi sicuri fa prevalere la decisione del giudice nazionale, fondata perfino su fonti private, rispetto agli esiti delle complesse istruttorie condotte dai ministeri interessati e valutate dal Parlamento sovrano”. Secondo il ministro della Giustizia Carlo Nordio “la sentenza riconosce il diritto dell’Italia a designare un Paese terzo come Paese di origine sicuro anche tramite un atto legislativo, come abbiamo fatto noi. Quanto al sindacato del giudice, esso dev’essere effettivo e motivato. Il giudice, dice la Corte, deve accertarsi dell’affidabilità delle informazioni dalle quali deriva il suo convincimento e darne adeguata motivazione. E non sembra che questo sia sempre avvenuto”.

La sentenza ha scatenato le opposizioni che parlano di “fallimento” e “figuraccia” di Giorgia Meloni e dei suoi ministri. “Si dice scandalizzata ma è falso vittimismo, la pronuncia della Corte era scontata”, dice in un lungo messaggio su X il presidente del M5s Giuseppe Conte che parla di “schiaffo”, altro che “giustizia a orologeria”. La leader del Pd Elly Schlein chiede al governo di prendersi la “responsabilità di non aver letto le leggi italiane ed europee e di aver fatto una scelta illegale con centri inumani in Albania che calpestano i diritti fondamentali dei migranti e dei richiedenti asilo e per cui hanno sperperato più di ottocento milioni degli italiani che potevamo invece usare per assumere medici e infermieri”.

Per Angelo Bonelli (Avs) è la “conferma la totale illegittimità dell’impianto normativo voluto dal governo”. Nicola Fratoianni (Sinistra Italiana) definisce il pronunciamento un “macigno sulle velleità del governo” di “calpestare il diritto internazionale e il buonsenso.” Per il leader di Sinistra Italiana è una “pesante sconfitta senza appello per chi ha orchestrato un’indegna campagna di propaganda sulla pelle di esseri umani”.

I rappresentanti del M5s nelle commissioni Affari costituzionali sostengono che ora “il fallimento dello spot Albania, costato un miliardo di euro ai cittadini italiani, adesso è conclamato”. Dopo “tanti inutili decreti legge e continui strali del centrodestra contro i giudici, è ancora una volta dimostrato – scrivono – che il governo Meloni gestisce l’immigrazione con ignoranza, improvvisazione e slogan vuoti”. Con questa sentenza, rimarcano, “hanno fallito sulla principale promessa della campagna elettorale. Si diano pace: anche Meloni è soggetta alla legge”.

“Oggi crolla la cartapesta della propaganda meloniana sull’immigrazione. Siamo curiosi ora di sapere cosa farà il governo: siamo di fronte al totale fallimento delle politiche sull’immigrazione di questa destra”, dice il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia. “Giorgia Meloni sta sprecando in Albania centinaia di milioni di euro del contribuente nonostante che i giudici di tutto il Pianeta le stiano dando torto. È sempre più assurdo. Spero che adesso finalmente si fermi. Anche perché i prossimi giudici che si occuperanno del caso saranno i giudici della Corte dei Conti. E lì, come noto, i politici rispondono personalmente”, afferma il leader di Iv Matteo Renzi.