
La donna venne uccisa con 7 coltellate nel Modenese e trovata carbonizzata in auto. Il marito della vittima non crede alla colpevolezza del tunisino, che si è sempre dichiarato innocente
Trent’anni di carcere. È la pena inflitta a Mohamed Galloul per la morte di Alice Neri, la donna di Ravarino uccisa nelle campagne di Fossa di Concordia, nel Modenese, nel novembre di tre anni fa. La giovane madre – aveva una figlia di 4 anni – fu uccisa con 7 coltellate e l’assassinio diede poi fuoco all’auto con a bordo il corpo della vittima. Galloul è imputato con le accuse di omicidio volontario e occultamento di cadavere.
La Corte d’Assise di Modena ha condannato il tunisino – che venne fermato in Francia e si è sempre dichiarato innocente – alla pena richiesta dai pm Claudia Natalini e Giuseppe Amara e hanno anche disposto l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e interdizione legale durante l’espiazione della pena. I giudici hanno stabilito di risarcire la figlia della vittima con un milione di euro, la madre della vittima Patrizia Montorsi con 600mila euro e e il fratello Matteo Marzoli con 200mila euro.
Nel procedimento il marito di Neri, Nicholas Negrini, ha invece revocato la costituzione di parte civile poiché non riteneva Galloul, che salì sull’auto della moglie il giorno dell’omicidio, il reale colpevole: “Mi disse che l’aveva contattata una sua ex collega con la quale aveva intenzione di vedersi per andare a mangiare qualcosa a Modena. In realtà non cambiò programma, semmai era una bugia per poi vedersi con un suo collega con cui s’attardò”, ha sostenuto qualche settimana fa al Corriere della Sera. Secondo Negrini, se Galloul “avesse voluto cancellare le prove contro di sé, perché non si sbarazzò di borsello, telefonino e indumenti che invece ha tenuto?”.