
La storia della trattativa tra il Pescara di Galeone e il brasiliano Romario: quando il club abruzzese sfiorò il colpo di mercato del secolo
Estate 1988: Bobby McFerrin canta “Don’t worry be happy”, Jovanotti “Gimme five” e il Pescara neopromosso in Serie A è molto vicino a prendere Romario. Leggenda? Tutt’altro. Gli abruzzesi in A ci erano arrivati un anno prima dopo aver stracciato il campionato di Serie B con Galeone, e da neopromossi si erano salvati, divertendosi, in una Serie A stellare. Con Leo Junior e Blaz Sliskovic, con Gasperini e Pagano, avevano alternato vittorie incredibili, come quelle a San Siro contro l’Inter o all’Adriatico contro la Juventus, a imbarcate clamorose, conquistando però la permanenza nella massima serie. E così nei pittoreschi ritiri estivi, dove le regole di Galeone paiono quasi opposte a quelle della maggioranza dei suoi colleghi, con grande apprezzamento dei suoi calciatori, impazza il calciomercato con nomi incredibili.
E sì, perché il presidente Scibilia si affida ai consigli di un fine intenditore di calcio come Franco Dal Cin: tra i nomi suggeriti c’è quello di Rui Aguas, fresco capocannoniere della Coppa dei Campioni che però passa al Porto, e allora ci si fionda sul sempre florido e suggestivo mercato brasiliano. I nomi preferiti sono due: quello di Geovani, che dopo qualche anno sarebbe sbarcato in Italia, ma al Bologna, e quello del suo compagno di reparto al Vasco da Gama: Romario de Souza Faria, conosciuto come “O’baixinho” per la sua statura. Magari portarli entrambi a Pescara, perché no? E in un primo momento sembrerebbe addirittura possibile per una cifra superiore ai 2 milioni di dollari, giù di lì. Può andar bene, anche perché c’è da sostituire un mito come Blaz Sliskovic, uno che con 8 gol in campionato aveva messo una firma importantissima sulla salvezza.
Inizialmente la società biancazzurra aveva provato a prendere Zlatko Vujovic, ma la richiesta del Bordeaux per l’attaccante si era rivelata troppo esosa. Meglio optare per il mercato brasiliano dunque, con Romario che contribuisce a stuzzicare le fantasie dei tifosi pescaresi con gli echi delle sue imprese in Copa America e nelle amichevoli in maglia verdeoro. Quando l’affare pare vicino però spuntano problemi: c’è la questione delle procure, con la difficoltà di definire con chi trattare effettivamente il calciatore e poi ci sono le richieste di Miranda, presidente del Vasco Da Gama, che cominciano a lievitare sensibilmente. Si scoprirà poi che a generare quell’asta c’era il Psv, che si accaparrerà definitivamente Romario anche grazie a generose e fantasiose clausole inserite nel contratto del Baixinho.
Il Pescara virerà su altri due brasiliani: Edmar e Tita. Nella prima parte di stagione i biancazzurri giocheranno bene, ritrovandosi a febbraio addirittura settimi in classifica, a due punti da Roma e Fiorentina, a quattro dalla Juventus. Un girone di ritorno senza alcuna vittoria e con una serie incredibile di pareggi porterà gli uomini di Galeone a scivolare nei bassifondi e alla lotta per non retrocedere, senza però riuscire a reagire e finendo quindicesimi alla 34esima giornata, tornando in Serie B. L’apporto di Tita sarà positivo, con 16 gol in stagione di cui 9 in campionato, con una tripletta alla Roma in una trasferta vittoriosa all’Olimpico, una doppietta alla Lazio, un gol a Torino contro la Juventus. Quello di Edmar molto meno, con quattro gol contro big del campionato, ma tutte inutili. Nell’estate dell’88 Jovanotti cantava “Gimme Five”, il Pescara quasi prendeva Romario e Fiorella Mannoia vinceva “Un disco per l’Estate” con “Il Tempo non torna più”…serve altro?