
Alla base dell'aggressione, secondo gli inquirenti, vecchi rancori di origine professionale, la rabbia per l'essersi visto ridimensionare le mansioni lavorative. Già da tempo era in custodia cautelare il presunto esecutore materiale
Vecchi rancori di origine professionale, la rabbia per l’essersi visto ridimensionare le mansioni lavorative. Sarebbe questo il movente di Daniele Moretti, l’uomo che, secondo i pm di Roma, ordinò il tentato omicidio ai danni di Vittorio Rapisarda (nella foto), provveditore alle opere pubbliche per Lazio, Abruzzo e Sardegna, avvenuto a Roma lo scorso 4 ottobre, ed è stato arrestato. Una violenta aggressione attuata nell’androne del condominio della vittima, nella zona di Piazza di Spagna. Rapisarda era stato lasciato a terra dopo esser stato preso a colpi di bastone, e l’aggressore aveva portato via con sé il borsone dell’uomo, contenente effetti personali.
Giancarlo Santagati, il presunto esecutore materiale, si trova già in carcere, ma ora le indagini degli investigatori dell’Arma sono arrivate al presunto mandante, un uomo di cui le generalità restano sconosciute, già in servizio alla segreteria tecnica del Provveditorato, che avrebbe commissionato l’aggressione a un compaesano, dando suggerimenti su come portare a termine l’attacco. Tra le ragioni che hanno permesso di ricostruire l’accaduto, riporta Repubblica, la circostanza per cui il giorno dell’agguato i cellulari di Moretti e Santagati risultavano in contatto.
Al momento l’uomo sarebbe accusato di tentato omicidio aggravato dalla premeditazione e rapina aggravata in quanto avvenuta con armi nei luoghi di privata dimora e in danno di persona ultrasessantacinquenne. Durante una perquisizione a casa dall’indagato sono stati trovati anche 80.000 euro suddivisi in banconote di piccolo taglio, chiuse da elastici, custoditi nel bagagliaio della sua auto sportiva, dati che ne hanno fatto presumere la provenienza illecita, facendo scattare un’ordinanza cautelare per ricettazione. Altri 46.000 euro in contanti – di cui 9.000 euro presumibilmente falsi – sono stati rinvenuti durante una seconda perquisizione questa mattina, gli inquirenti sono al lavoro per accertarne la provenienza. Ora nel carcere di Regina Coeli a Roma.