
È stato deciso dall'Agcom dopo il mancato accordo tra le due parti. Precedente importante per l'editoria italiana
Il gruppo Meta (Facebook, Instagram, Whatsapp) dovrà risarcire il gruppo editoriale Gedi (Repubblica, La Stampa, Il Secolo XIX) per aver pubblicato su Facebook, contenuti giornalistici delle testate del network. Lo ha stabilito l’Agcom. Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, l’entità del risarcimento è stata fissata in 9 milioni di euro. Al di sotto dei 30 milioni chiesti da Gedi ma comunque una decisione importante anche come “precedente” in contenziosi analoghi che coinvolgono altre testate e che non ha precedenti nell’editoria italiana.
L’Autorità, a seguito del mancato accordo tra le parti, ha esaminato le proposte economiche da esse formulate e ha ritenuto che nessuna di queste fosse conforme ai criteri del Regolamento in materia. Pertanto, ha determinato autonomamente l’equo compenso spettante a Gedi, assumendo come base di calcolo i ricavi pubblicitari del prestatore derivanti dall’utilizzo online delle pubblicazioni di carattere giornalistico dell’editore, al netto dei ricavi di Gedi attribuibili al traffico di reindirizzamento generato sul proprio sito web dalle pubblicazioni di carattere giornalistico utilizzate online da Meta. A tale base di calcolo è stata applicata un’aliquota fino al 70% determinata secondo i criteri di cui al comma 3 dell’articolo 4 del Regolamento.
La decisione non è stata assunta all’unanimità. La commissaria Elisa Giomi ha votato contro. “L’intervento dell’Autorità è stato dovuto al mancato accordo tra Meta e Gedi, che partivano da cifre incredibilmente distanti. Abbiamo adesso la prova di quanto ho segnalato fin dall’esordio del Regolamento Agcom, ovvero che l’applicazione di un’aliquota fino a 70% crea irrigidimento e polarizzazione delle parti su posizioni contrapposte, alimentando il contenzioso”, ha dichiarato Giomi ritenendo quindi “non oggettivo” il criteri di quantificazione della somma del risarcimento. “Né l’editore né Agcom sono riusciti a chiarire quali e quante siano le pubblicazioni giornalistiche che Facebook avrebbe utilizzato e per le quali Gedi richiede un corrispettivo, che peraltro avrebbe dovuto essere reso noto prima dell’utilizzo, come accade in qualunque transazione economica”, ha aggiunto,