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“Gaza, in 40 giorni 800 morti in attesa di aiuti”: il report Onu. L’Idf parla di “incidenti”: “Imparata la lezione”

In un briefing una funzionaria delle Nazioni Unite ha sottolineato che un'ampia percentuale delle vittime è composta da donne e bambini. Oggi l'ultimo raid: almeno 10 persone sono state uccise

In coda, in attesa di ottenere aiuti alimentari: cibo. Sono morte così circa 800 persone nella Striscia di Gaza in 40 giorni. E’ un calcolo elaborato dall’Onu in base alle informazioni arrivate dal 27 maggio al 7 luglio. Lo stillicidio di sparatorie e raid che si sono trasformati in un bagno di sangue di civili viene raccontato quasi ogni giorno dai giornali e dalle tv di tutto il mondo. Ora questo numero rende più chiare le dimensioni di questa strage nella strage, quella compiuta nella Striscia di Gaza dalle forze armate di Israele dal 7 ottobre 2023 a oggi: al momento i morti causati dagli attacchi dell’Idf sono poco meno di 56mila. La quota di 800 vittime in attesa di ricevere aiuti è stata superata con i morti di oggi, non calcolati nel report dell’Onu: almeno 10 persone sono state uccise negli attacchi israeliani e più di 60 sono rimaste ferite vicino a un centro di distribuzione degli aiuti della Gaza Humanitarian Foundation a nord-ovest di Rafah, nel sud della Striscia.

Nel briefing delle Nazioni Unite, esposto dalla portavoce dell’Ufficio dell’Alto commissario per i diritti umani Ravina Shamdasani, si è parlato più precisamente di 615 morti ammazzati nelle vicinanze dei siti gestiti dalla Ghf e altre 183 vittime, “presumibilmente sulle rotte dei convogli umanitari”. “Questo è inaccettabile“, ha aggiunto Shamdasani che ha ribadito i principi del diritto internazionale umanitario, in particolare i principi di distinzione, proporzionalità e necessità, nella condotta delle ostilità. “Un’ampia percentuale (delle vittime, ndr) è composta da donne e bambini. E ancora una volta, ciò solleva seri dubbi sul rispetto di questi principi” conclude.

L’esercito israeliano ha risposto all’Onu, come in altre occasioni, di aver “imparato la lezione” in seguito a un’indagine sulle segnalazioni di “danni ai civili“. “A seguito di incidenti in cui sono stati segnalati danni ai civili giunti presso i centri di distribuzione, sono stati condotti esami approfonditi e sono state impartite istruzioni alle forze sul campo sulla base delle lezioni apprese”, si legge in una dichiarazione dell’Idf. Gli “incidenti” – così come vengono chiamati – sono “in fase di revisione”, spiegano gli israeliani.

La Ghf è finita al centro di forti critiche da parte dell’Onu e di diverse organizzazioni umanitarie, che la accusano di non riuscire a rispondere ai bisogni fondamentali della popolazione di Gaza. Numerosi testimoni hanno riferito di episodi quasi quotidiani in cui gruppi di persone che cercano di raggiungere i siti della Ghf vengono presi di mira da colpi d’arma da fuoco israeliani. Israele e la stessa Ghf, da parte sua, accusa Hamas di attaccare i civili in cerca di aiuti e di falsificare i dati sulle vittime.