
Un articolo di una proposta di legge regionale allenta le norme per le nuove aperture, sostengono associazioni e M5s. "L'esplosione di via dei Gordiani non ha insegnato nulla"
L’esplosione del 4 luglio in un distributore di carburante di via dei Gordiani, nella periferia est di Roma, ha acceso il dibattito sulla sicurezza degli impianti nelle zone urbane. L’incidente arriva a poche settimane dall’approvazione in Consiglio regionale dell’articolo 9 della Proposta di legge 171, una norma che rivoluziona le regole per l’apertura e la gestione dei distributori nel Lazio.
L’articolo 9, inserito in un più ampio pacchetto, è criticato dalle opposizioni e associazioni perché finirebbe per snellire le procedure autorizzative riducendo vincoli urbanistici e ambientali: elimina le distanze minime obbligatorie tra distributori, allunga da 10 a 15 anni l’intervallo per le verifiche di sicurezza sugli impianti, e introduce la possibilità di installare nuovi distributori anche in aree vincolate come i centri storici o zone di pregio paesaggistico. Inoltre, la norma aumenta gli indici edificatori per le strutture accessorie, come punti ristoro e negozi, ampliando così la dimensione e la natura degli impianti stessi. Una serie di cambiamenti che, secondo la maggioranza, serve a “semplificare” l’iter burocratico e incentivare lo sviluppo commerciale. Ma che per molti rappresenta un pericoloso allentamento delle tutele ambientali e di sicurezza, come confermato del recente incidente di via dei Gordiani.
“Questa norma è una bomba a orologeria”, attacca Valerio Novelli, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle. “Avevamo chiesto il ritiro dell’articolo 9 proprio perché consente l’apertura di distributori in luoghi inaccettabili, come i centri storici o i borghi tutelati. Dopo quello che è successo a via dei Gordiani, è evidente che stiamo andando nella direzione opposta a quella necessaria”. Novelli denuncia inoltre che il testo allunga da 10 a 15 anni le verifiche di sicurezza e abolisce le distanze minime tra impianti, “un passo indietro enorme in termini di prevenzione”.
A rincarare la dose è Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio: “L’esplosione di via dei Gordiani arriva come un segnale inquietante dopo l’approvazione di un articolo che apre a una vera deregulation della sicurezza. È assurdo abbassare la guardia proprio ora”. Scacchi spiega: “Le regole attuali, benché già troppo permissive, non bastano più. E questa legge peggiora la situazione. Dobbiamo inasprire i controlli su tutti gli impianti, non solo quelli GPL, e rivedere le autorizzazioni per garantire la sicurezza dei cittadini”. E aggiunge: “Nel momento in cui l’Europa punta al phase-out dei carburanti fossili, nel Lazio si facilita l’apertura di nuovi distributori, anche in zone sottoposte a tutela paesaggistica. È un controsenso clamoroso”.
A farsi portavoce della mobilitazione civica contro l’intero provvedimento è Carteinregola, che ha chiesto ufficialmente al presidente Francesco Rocca e al Consiglio regionale di sospendere l’efficacia dell’articolo 9. “L’incidente in via dei Gordiani deve far riflettere”, dice l’associazione in una lettera aperta. “Favorisce l’espansione dei distributori nelle città, anche nei centri storici, a vantaggio dei privati e senza alcun rispetto per l’interesse pubblico e per la sicurezza”. Carteinregola denuncia inoltre la totale mancanza di trasparenza durante l’iter legislativo dell’intero iter legislativo: “Dai resoconti e dalla diretta online non è chiaro quali emendamenti siano stati approvati. Una mancanza grave, considerata la rilevanza della materia”.
Le criticità del testo erano già state messe in evidenza dall’Analisi Tecnico-Normativa degli uffici del Consiglio regionale, che aveva bocciato quasi la totalità della legge 171 alla vigilia della discussione in Consiglio. Tra i nodi più delicati, l’abolizione delle distanze minime tra impianti, l’allungamento dei controlli di sicurezza e l’aumento degli indici edificatori per attività accessorie come negozi e punti ristoro. “Il rischio – spiegano da Carteinregola – è che si favorisca uno sviluppo edilizio incontrollato nelle aree urbane più fragili, vanificando ogni tutela e sicurezza ambientale e paesaggistica”.
“La legge attuale già consente molto, e noi come Movimento 5 Stelle siamo contrari a questo tipo di deregolamentazione”, spiega ancora Novelli. “Non si tratta solo di semplificare l’iter, ma di agevolare la costruzione di impianti potenzialmente inquinanti e pericolosi. Parliamo di scavi, di cisterne e depositi interrati che devono essere riempiti e controllati con rigore: non può bastare una semplice comunicazione allo sportello unico, né una conferenza dei servizi senza la partecipazione di vigili del fuoco o soprintendenze. Questa non è prassi per altre attività commerciali: allora perché per i distributori di carburante? Perché c’è un interesse specifico dietro”.
Alla luce dell’incidente di via dei Gordiani, cresce dunque la richiesta di rivedere radicalmente la normativa. “Quello che è successo è un campanello d’allarme che non possiamo ignorare. La sicurezza deve tornare a essere la priorità, non possiamo permettere che si metta a rischio la vita delle persone in nome di una semplificazione che, di fatto, apre le porte a un’espansione incontrollata e rischiosa degli impianti” conclude Novelli.