
La Rete degli studenti medi: "L'istruzione non dovrebbe essere un lusso e continuare a tollerare rincari sistematici significa ammettere che la scuola pubblica non è più uno spazio di uguaglianza"
Il governo aumenta di quattro milioni di euro il fondo per l’acquisto dei libri di testo da parte delle famiglie meno abbienti. Ma l’Associazione italiana editori, il Sindacato librai Confesercenti, l’Associazione librai italiani di Confcommercio insieme agli studenti e al Movimento 5 stelle chiedono ben altro: la detrazione delle spese per l’acquisto a favore di tutte le famiglie e un processo di revisione degli strumenti che erogano questi soldi “perché spesso – denuncia Giorgio Riva, presidente del gruppo educativo di Aie – le famiglie non conoscono questa possibilità o ricevono i sostegni in ritardo”.
A un mese e mezzo dalla ripresa delle lezioni è guerra sul caro libri. E se l’Associazione degli editori da una parte ricorda che l’aumento medio dei prezzi dei libri di testo nel 2025 è dell’1,7% per la scuola secondaria di primo grado e dell’1,8% per la scuola secondaria di secondo grado, in linea con l’inflazione (1,7% a maggio su base annua, stima preliminare di Istat), dall’altro canto Antonio Terzi, presidente del Sindacato librai Confesercenti sottolinea come “non va dimenticato che in questi anni la necessità di garantire marginalità ai produttori è stata pesantemente scaricata sulla rete distributiva, in particolare su librerie e cartolibrerie, sia attraverso la pesante riduzione del margine loro riservato, sia per il proliferare incontrollato di nuove iniziative commerciali, non sempre dettate da dinamiche di leale concorrenza”.
Ognuno tira acqua al suo mulino, in primis il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara che appena si accendono i riflettori sul tema con un comunicato stampa annuncia l’incremento anche per il 2025 di quattro milioni di euro e, per il 2026 e 2027, di 6 milioni di euro delle risorse per le famiglie in povertà assoluta.
Un provvedimento considerato insufficiente dagli studenti. “Viviamo con forte preoccupazione l’inflazione che sta subendo il costo del materiale scolastico e non solo. I libri sono solo alcune delle spese che le famiglie devono affrontare per poter realmente mandare i propri figli a scuola e quindi per poter garantire davvero il diritto allo studio” spiega il coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti, Tommaso Martelli. A lui si unisce il coordinatore della Rete degli Studenti Medi, Paolo Notarnicola: “L’istruzione non dovrebbe essere un lusso e continuare a tollerare rincari sistematici significa ammettere che la scuola pubblica non è più uno spazio di uguaglianza, ma una barriera sociale. I libri di testo sono diventati una tassa occulta sull’accesso al sapere: un mercato blindato, in cui si fissano prezzi proibitivi, con il beneplacito delle istituzioni”.
Un dibattito che va avanti da anni come testimonia Paolo Ambrosini, presidente dell’Associazione librai italiani di Confcommercio: “Dal 2008 proponiamo misure a sostegno della domanda come la detrazione dei libri”. A confermare il tutto a “Il Fatto Quotidiano.it” è Riva: “Abbiamo valutato che l’impatto economico della detrazione fiscale ammonterebbe a 50-100 milioni l’anno, una cifra destinata a non cambiare a causa del calo demografico. Su questo tema abbiamo trovato grande sensibilità nel ministro Valditara ma è una scelta che deve fare i conti con il Mef, il ministero dell’economia e della finanza”.
Riva, non si ferma su questo punto: “Vanno riviste anche le modalità di erogazione del fondo per l’acquisto dei libri di testo da parte delle famiglie meno abbienti perché oggi sono troppo complesse”. A rilanciare, politicamente, ci pensa, invece, la senatrice M5s Barbara Floridia che annuncia per i prossimi giorni una mozione sul caro libri, per chiedere interventi immediati e strutturali: il sostegno alle famiglie, diffusione dei materiali digitali accessibili, rilancio dei comodati d’uso, detrazioni fiscali vere.