
Rigettata l'istanza del killer di Giulia Tramontano. In una nota, la Corte d'Appello dà atto che la famiglia della vittima ha manifestato "un'indisponibilità per ora irretrattabile"
La Corte d’Assise d’Appello di Milano ha rigettato l’istanza di accesso alla giustizia riparativa di Alessandro Impagnatiello, l’ex barman 32enne condannato in secondo grado all’ergastolo per l’omicidio di Giulia Tramontano, la sua fidanzata al settimo mese di gravidanza. In una nota, il presidente della Corte Giuseppe Ondei spiega che sono stati ritenuti “irrilevanti” i motivi posti dalla difesa a fondamento della richiesta, cioè “la collaborazione” di Impagnatiello alle indagini, “la sua immediata assunzione di responsabilità, nonché il rincrescimento esternato” alla prima udienza del processo, quando chiese “scusa” in aula per la propria “disumanità”.
Peraltro, i programmi di giustizia riparativa prevedono la partecipazione obbligatoria delle parti offese, in questo caso la famiglia di Giulia Tramontano, che, riferisce la nota, ha manifestato “un’indisponibilità per ora irretrattabile”. Anche i “moventi” e gli “impulsi criminosi” alla base del delitto, ha ritenuto la Corte, non sono stati “rielaborati criticamente” da Impagnatiello. Pertanto, si legge, non si ravvisa una “effettiva utilità” del percorso di giustizia riparativa riguardo a un iter di “responsabilizzazione”.