
I giudici hanno autorizzato autorizzando l’entrata in vigore in molte parti degli Usa dell’ordine esecutivo con il quale il presidente ha messo fine allo ius soli, la cittadinanza per diritto di nascita. Il tycoon: "Vittoria enorme"
Donald Trump vince una battaglia nella più ampia guerra sullo ius soli. La Corte Suprema ha autorizzato l’entrata in vigore in molte parti degli Stati Uniti dell’ordine esecutivo con il quale il presidente ha messo fine al “birtright citizenship“, la cittadinanza per diritto di nascita che è stato alla base dello sviluppo degli Stati Uniti. La Corte ha votato 6-3, dividendosi tra giudici conservatori e progressisti, stabilendo che i giudici federali di grado inferiore non hanno il potere di bloccare a livello nazionale i provvedimenti esecutivi della Casa Bianca. La sentenza è destinata ad avere un impatto ben più ampio rispetto allo ius soli, ampliando di fatto il potere esecutivo.
La decisione finale della Corte sullo ius soli sarà presa a ottobre, ha spiegato detto il Procuratore generale, Pam Bondi, in un briefing con la stampa e il tycoon alla Casa Bianca. La sentenza di oggi ha autorizzato temporaneamente lo stop al diritto di cittadinanza voluto dal presidente ma non prima di 30 giorni. La Corte non è entrata nel merito dell’ordine esecutivo firmato Trump: per ora i giudici hanno limitato le sentenze dei tribunali inferiori a bloccare l’ordinanza solo per quanto riguarda i 22 Stati a guida democratica, in attesa delle cause intentate contro il provvedimento. Le sentenze emesse per bloccare l’ordine esecutivo, argomenta la maggioranza conservatrice della Corte, possono valere infatti solo per i gruppi e individui che hanno presentato ricorso contro di esso.
Firmato il primo giorno del suo ritorno alla Casa Bianca, l’ordine esecutivo di Trump limita la cittadinanza per diritto di nascita per i bambini nati sul suolo statunitense se non hanno almeno un genitore con status legale permanente. Le ampie restrizioni sovvertono l’interpretazione convenzionale della clausola sulla cittadinanza del XIV emendamento, da tempo riconosciuta come soggetta a poche eccezioni. Ogni tribunale che finora ha affrontato direttamente la legalità dell’ordinanza di Trump l’ha ritenuta probabilmente incostituzionale. L’amministrazione si era rivolta alla Corte Suprema con la sua procedura d’urgenza per limitare le ingiunzioni a livello nazionale emesse dai giudici federali di Greenbelt, nel Maryland, Seattle e Boston.
“Vittoria enorme alla Corte Suprema!”, ha esultato Donald Trump su Truth. “Grazie a questa decisione ora possiamo probabilmente chiedere di procedere con numerose politiche che sono state ingiustamente bloccate a livello nazionale”, ha argomentato quindi in conferenza stampa alla Casa Bianca, commentando la decisione che potrà avere delle enormi conseguenze sull’agenda del presidente, non solo per quanto riguarda l’ordine per annullare lo ius soli. La sentenza avrà effetti “sulla questione sul diritto di cittadinanza per nascita, sullo stop ai fondi per le città rifugio, lo stop ai fondi per i rifugiati, il congelamento dei finanziamenti non necessari, lo stop dei soldi dei contribuenti per i cambiamenti di genere e molte altre priorità per il popolo americano”.
La decisione è contenuta in 119 pagine di sentenza e mostra l’ennesima spaccatura fra i giudici, con i sei conservatori che hanno votato a favore e i tre liberal contrari. “Alcuni sostengono che l’ingiunzione universale fornisca alla magistratura un potente strumento per controllare il potere esecutivo – ha scritto nella sentenza la conservatrice Amy Comey Barrett -, ma i tribunale federali non esercitano una supervisione generale sul potere esecutivo; risolvono casi e controversie in conformità con l’autorità del Congresso ha loro conferito. Quando un tribunale conclude che il potere esecutivo ha agito illecitamente, la risposta non è che il tribunale debba a sua volta eccedere i suoi”.
“Una farsa per lo stato di diritto”, lo ha definito invece Sonia Sotomayor. “Nessun diritto è sicuro nel nuovo regime giuridico creato dalla Corte. Oggi la minaccia è per la cittadinanza per diritto alla nascita. Domani un’amministrazione diversa potrebbe tentare di sequestrare armi da fuoco a cittadini rispettosi della legge o impedire ai fedeli di diverse religioni di riunirsi a pregare”, ha aggiunto la giudice. “La maggioranza sostiene – continua l’opinione della minoranza – che in assenza di una class action, i tribunali non possono emettere ingiunzioni anche contro politiche apertamente illegali“. “Con un colpo di penna, il presidente si è preso solennemente gioco della nostra Costituzione, invece di ergersi a sua difesa, la Corte ha ceduto. Perché una tale complicità non dovrebbe avere spazio nel nostro sistema – ha concluso la giudice – io esprimo il mio dissenso”. “Lo stato di diritto non è scontato in questo paese, né in altri – ha detto ancora -. E’ un precetto della nostra democrazia che durerà solo se coloro che, in ogni ambito, saranno abbastanza coraggiosi, lotteranno per la sua sopravvivenza. Oggi la corte abdica al suo ruolo vitale in questo sforzo”.
La sentenza segna “un terrificante passo verso l’autoritarismo“, l’allarmante commento di Chuck Schumer, il leader della minoranza democratica al Senato, che ha affermato che il Congresso ha il compito di controllare il potere di un esecutivo fuori controllo. “I membri repubblicani si devono ergere a difesa dei valori fondamentali della democrazia americana e non di un potere presidenziale senza controllo, sul modello di quello fortemente temuto dai nostri padri fondatori”, ha aggiunto il democratico.