
L'avvocata della parte civile: "C'è già un’ordinanza del gup che l'aveva ritenuta non congrua ritenendo il fatto grave. E ricordo che non c'è stata nessuna presa di coscienza da parte dell’imputato"
Il professore Luca Richeldi, primario di pneumologia del Policlinico Gemelli a processo con l’accusa di violenza sessuale ai danni di una paziente, ha riproposto la richiesta di patteggiamento a 11 mesi e dieci giorni e 10 mila euro di risarcimento alla vittima. L’istanza, presentata questa mattina (3 giugno) dalla difesa davanti ai giudici della I sezione penale del Tribunale di Roma, arriva a sette mesi dal rigetto di altre due proposte di patteggiamento, ritenute dal giudice non congrue, e dal conseguente rinvio a giudizio del medico.
La difesa dell’imputato – “Quella presentata oggi non è affatto una nuova richiesta di patteggiamento, ma semplicemente la riproposizione della identica istanza già avanzata in sede di udienza preliminare. Si tratta di una scelta di fatto imposta dal codice perché altrimenti non avremmo mai più avuto modo di censurare la decisione, per noi illegittima, assunta dal gup. La nostra richiesta, fin da principio, non costituisce affatto ammissione di responsabilità, essendosi il nostro assistito sempre dichiarato estraneo ai fatti e solo desideroso di evitare il tanto clamore che questa vicenda desta, forse più per la notorietà dei protagonisti che per altro. Il tribunale – fa sapere l’avvocato Carlo Bonzano, difensore del professore assieme all’avvocato Minciarelli – si è riservato di pronunciarsi, mostrando, così da un lato, serietà nella valutazione e, dall’altro lato, la legittimità della nostra richiesta che altrimenti sarebbe stata rigettata senza necessità di approfondimento e non avrebbe incontrato la piena condivisione da parte della Procura che ha invece insistito ancora una volta per l’accoglimento. Qualunque decisione il tribunale dovesse assumere affronteremo con serenità i successivi passi, certi che la vicenda troverà finalmente la propria naturale dimensione”.
Al termine dell’udienza, svolta a porte chiuse e prorogata per la decisione al 15 settembre con l’acquisizione dell’intero fascicolo del pubblico ministero, l’avvocata Ilenia Guerrieri, rappresentante della parte civile, ha espresso parere contrario, sottolineando che “c’è già un’ordinanza del gup che l’aveva ritenuta non congrua ritenendo il fatto grave. E ricordo che non c’è stata nessuna presa di coscienza da parte dell’imputato. Non è possibile – evidenzia – che una vittima di violenza sessuale debba attendere tutto questo tempo per sapere se ci sarà o meno un processo”. La parte civile ha anche depositato un’istanza di citazione come responsabile civile della Fondazione Policlinico Gemelli. Richeldi venne rinviato a giudizio dopo la denuncia di una paziente che testimoniò di essere stata palpeggiata e baciata sulla bocca nonostante i suoi tentativi di sottrarsi, che la cingeva “alle spalle con le mani, appoggiandosi con il corpo contro di lei”. Una ricostruzione respinta dal professore che confermò di averla visitata in una delle stanze complesso ospedaliero del Gemelli.